domenica 18 dicembre 2016

SIAMO VERAMENTE ESPERTI DI NUOVE TECNOLOGIE?

Incontro con il dott. Panada
Martedì 6 dicembre la 2°E, la 2°G e la 2°M hanno partecipato ad un incontro molto interessante con il dott. Panada, tecnico della Sisco ed esperto della sicurezza nel campo delle nuove tecnologie; ci ha parlato di internet, nato per velocizzare la ricerca di informazioni e del perché del suo nome, che deriva dall'interconnessione dei computer. Ha tenuto a specificarci che internet non è completamente sicuro; in effetti ci ha fatto vedere un video per evidenziare il rischio reale di incontrare in rete dei pedofili che si possono avvicinare a noi, conoscendo la nostra persona attraverso i social network. Bisognerebbe evitare di "pubblicare" la nostra faccia e stare attenti ai giochi multiplayer, alle foto, alle informazioni che postiamo sulla rete, perché chiunque può attraverso di esse venire a conoscere i nostri dati personali.
Il dott. Panada ci ha aiutato a cogliere il grande cambiamento che la tecnologia ha portato nelle nostre vite: alcune persone pensano che ci sia stato un regresso, ma è tutto il contrario, basta pensare a cosa sarebbe la nostra vita senza le tecnologie: tutto sarebbe più difficile, monotono e noioso!
Insomma internet è importante e utile, ma bisogna usarlo, come tutte le cose, con la testa!
Gian Maria STIFANI

PROGETTO AFFETTIVITA' CON GLI PSICOLOGI DEL CONSULTORIO DI BINASCO

Anche quest'anno abbiamo fatto un percorso con due psicologi del consultorio di Binasco, Erika e Cristiano: il tema era quello dell'AFFETTIVITA'.
Nel primo incontro ci hanno fatto dividere in due gruppi: quello maschile e quello femminile. Le ragazze dovevano scrivere ciò che pensavano fossero gli aspetti positivi e negativi dei maschi, le loro paure e i loro bisogni. I ragazzi hanno fatto la stessa riflessione riguardo alle femmine.
Terminata questa attività ci siamo riuniti insieme e ogni gruppo doveva indovinare cosa aveva scritto di sè l'altro gruppo.
Nel secondo incontro ognuno di noi ha portato un oggetto che gli apparteneva: ad esempio un guinzaglio, un brano musicale, una maglietta con la scritta BFF, la maglietta di calcio, un pallone, il flauto e... Insomma qualcosa che aiutasse ad esprimere i propri sentimenti e le proprie passioni. Abbiamo così riflettuto assieme su quest'aspetto della nostra personalità.
Io mi sono divertita molto, peccato che ci siano stati solo due incontri!
Alessia PIGNIERI

LABORATORIO DI MECCANICA AL MUSEO LEONARDO DA VINCI

Venerdì 2 dicembre siamo andati a fare un laboratorio al Museo della Scienza e della Tecnica. Arrivati al museo siamo stati accolti dalla guida, che ci ha portato in una stanza, dove siamo stati divisi in gruppi da cinque per un minigioco.
Il gioco consisteva nell’immaginare la meccanica che portava a produrre un particolare movimento al di fuori di una scatola posta su ogni tavolo. Le scatole avevano una personalizzazione cioè un disegnino e un movimento e ogni gruppo doveva indovinare il meccanismo interno. Una volta che tutti i gruppi ebbero trovato la risposta ci siamo confrontati con i compagni, ma soprattutto con il docente che ha risolto anche alcuni dei  nostri dubbi. Finito ciò, abbiamo iniziato una nuova attività in cui ogni gruppetto, composto da tre studenti, doveva inventare un proprio meccanismo con il materiale disponibile,un movimento e una personalizzazione. Noi ovviamente non sapendo alcuni meccanismi abbiamo controllato, sbirciando nelle scatole già fatte da loro. Abbiamo lavorato duramente per 2 ore, ma, finito il lavoro, ero soddisfatto del risultato: essendo la mia prima macchina mi piaceva molto. Quello che mi è piaciuto di più è stato costruire le scatole ed imparare la meccanica.

Gabriele Granata

SMARTSTONE

29/11/2016 Spettacolo al teatro Sala Fontana - Milano
Il 29/11/2016 ci siamo recati a Milano e abbiamo assistito ad una rappresentazione teatrale di uomini primitivi e delle loro scoperte fino ad oggi.

 
Milioni di anni fa l’uomo fece diverse scoperte:
·       il fuoco, nato da una colata di lava incandescente. Pian piano l’uomo riuscì a riprodurlo autonomamente con due bastoncini di legno. Questa scoperta fu utile a cucinare e a scaldarsi;
·       la caccia, da cui dipendeva la sopravvivenza dell’uomo. L’animale maggiormente cacciato era il Mammut;
·       la scrittura, fondamentale per ricostruire la storia degli uomini. Questa invenzione ha segnato il passaggio dalla Preistoria alla Storia;
·       la tecnologia, con l’invenzione dello Smartstone. Gli uomini cominciarono ad isolarsi, non mangiavano e non socializzavano tra di loro. Anche i dinosauri iniziarono ad usarlo e si appassionarono talmente tanto che non si nutrirono più e non si riprodussero, fino alla loro estinzione.
Gli attori che hanno interpretato questa recita sono riusciti ad impressionarmi e a farmi capire l’importanza di non oltrepassare i limiti con gli strumenti tecnologici a nostra disposizione, perché dopo tutto quello che sono riusciti ad inventare nel corso degli anni, è bastato utilizzare male i dispositivi tecnologici per isolarsi e non concentrarsi più sulle loro invenzioni.
Martina RAPETTI

lunedì 28 novembre 2016

SOS UOMO IN MARE : incontro con gli autori del libro


Venerdì 11 Novembre, io e la mia classe siamo andati in Cascina, alla Biblioteca dei Ragazzi, dove abbiamo incontrato la scrittrice Daniela Morelli e l’Ammiraglio De Giorgi.

Ci hanno raccontato su che cosa era basato il libro “S.O.S. – Uomo in mare” che ha scritto, per l’appunto, Daniela.

De Giorgi ci ha testimoniato numerosi fatti, in particolare due: l’affondamento della nave Norman Atlantic e la cattura degli scafisti.

Di questi due loro racconti (che tra l’altro erano anche due delle tre parti su cui il libro era basato), mi hanno colpito alcune cose:

·        come furono salvati la maggior parte dei passeggeri della nave,

·        come furono catturati gli scafisti,

·        la tranquillità con cui l’Ammiraglio parlava di una simile tragedia,

·        il pensare che quello che diceva era accaduto veramente,

·        che l’Ammiraglio non studiò molto.

I passeggeri della nave furono salvati tramite degli elicotteri, calando delle barre di ferro da essi, gli scafisti furono catturati tramite azioni di spionaggio con un sottomarino e il sentire simili tragedie da uno che le ha veramente vissute è stato emozionante.

Tutto il racconto mi ha molto interessato e Sono tornato a scuola con qualcosa da scrivere.

 Matteo Mariotto

sabato 5 novembre 2016

EXPO PER LO SPORT

UNA GIORNATA ALL'INSEGNA DELLO SPORT!
Martedì 18 ottobre 2016 mi sono recata con la mia classe all'Arena di Milano per passare una giornata all'insegna dello sport.
All'Arena venivano proposti vari tipi di sport, come pallavolo, calcio, pallacanestro, rugby, pugilato, scherma, paintball, tiro al piattello... ed erano presenti molte scuole.
All'inizio abbiamo fatto un allenamento di pallavolo,  poi siamo andati allo stand della Noberasco, dove ci hanno parlato dell'importanza dell'uso della frutta secca nello sport. Dopo siamo andati a provare paintball, il tiro al piattello e scherma.
Nel pomeriggio abbiamo fatto esercizio di pugilato, arti marziali, rugby ed atletica.
Alla fine della giornata siamo tornati allo stand del paintball, avevamo vinto! Siamo stati la classe col punteggio migliore tra tutti i partecipanti. Ci hanno premiato con una maglietta rossa della società.
Siamo tornati a casa stanchi, ma felici!
 Susanna Daniotti

giovedì 9 giugno 2016

26 E 27 MAGGIO 2016: GITA A PONTREMOLI E A SESTRI LEVANTE

IMMERSI NEL MEDIOEVO!

Solo qualche giorno fa andai in gita con la mia classe e con la 1°G e la 1°E a Sestri Levante, poi a Pontremoli.
Il viaggio fu lungo; una volta arrivati, il pullman parcheggiò e noi scendemmo.
Ci recammo in spiaggia nella Baia del Silenzio e lì i Prof. ci fecero appoggiare gli zaini e ci divisero in varie squadre, per la caccia al tesoro. Ci diedero, su un foglio, delle indicazioni per ottenere un nuovo foglio scritto con dei simboli affiancati dal codice per decifrarli. La caccia iniziò: insieme al mio gruppo andammo ovunque in giro per il paese, chiedemmo ai passanti e gradualmente completammo le richieste del gioco. Mi divertii molto. Compiute le varie tappe ritornammo alla Baia. Lì ci vennero consegnati due fogli, così ci dirigemmo verso il luogo descritto dal testo. Trovammo la parola, essa era: “tesoro”. Però arrivammo quinti, ma, nonostante ciò, la caccia mi piacque molto. Finito il gioco il gruppo si divise e ciascuno andò dai propri amici. Da lì mi divertii insieme con i miei compagni in riva al mare e sulla spiaggia. Un’ora dopo io, la mia classe e le altre, ci dirigemmo verso il pullman che ci portò a Pontremoli.
Scendemmo dal pullman e dopo una ripida camminata di circa mezz’ora, arrivammo al Castello del Piagnaro, collocato in collina. Fu molto faticoso, infatti in molti si lamentavano ed anch’io non posso negare che feci altrettanto.
Qui ci fecero attendere davanti al portone d’ingresso. Fecero entrare prima tutte le ragazze, poi i maschi scegliendo fra loro dapprima i più educati e lasciando per ultimi i più maleducati.
Ad accoglierci furono due “cavalieri” medioevali ed una “dama”.
Una volta entrati ci trattarono molto severamente, secondo alcuni miei compagni quasi con cattiveria.
Ci condussero prima in un cortile collocato ad un livello superiore, in cui ci fecero poggiare le nostre borse e quelle delle ragazze che ci avevano obbligato a trasportare. Poi ci fecero portare le borse nelle nostre camere e scegliere i nostri letti. Io scelsi il mio letto in un posto che mi piacque davvero molto, però i professori mi spostarono nella stanza a fianco, più piccola, dove mi trovai meno a mio agio.
Dopo dieci minuti riscendemmo nel cortile d’ingresso dove ci fecero entrare nella Sala del Trono (a mio parere stranamente di piccole dimensioni). Lì incontrammo il “tiranno “ Pietrone. Trattò tutti con modi molto bruschi, quasi aggressivi. Dopo aver interpellato alcuni di noi che non seppero rispondere, urlò loro ed uscimmo nel cortile.

Successivamente ci seguì anche il tiranno. I cavalieri dissero per errore le parole “nipote” e “fratello”; il tiranno a quelle parole faceva le lacrime di coccodrillo e la scena divenne comica, faceva molto ridere.
Il tiranno poi ci fece consegnare dai cavalieri delle tuniche, delle cinture, dei cappucci e degli elmi. Da lì ci divisero in fanteria e cavalleria: i costumi erano differenti di colore e di foggia.
Le ragazze seguirono la dama, la fanteria rimase nel cortile con i due cavalieri e la cavalleria salì al livello superiore del castello con il tiranno (io appartenevo alla cavalleria).
Con le armi di plastica che ci avevano dato, svolgemmo una battaglia finta con combattimenti ed esercitazioni entrambi svolti sotto il comando di Pietrone.
Finito il combattimento, il tiranno ci fece un discorso per la sua incoronazione che si sarebbe svolta il giorno dopo, e decise di organizzarla invece per quello stesso giorno.
Così scendemmo nel cortile dove si svolse una discussione fra i cavalieri e il re (sulla decisione di Pietrone) così fanteria e cavalleria si sfidarono in combattimento; ma prima di esso fu mostrato il principe che avrebbe dovuto prendere il posto di Pietrone quando fosse stato ritrovato perché figlio del precedente tiranno, (fu scelto ad interpretarlo un mio compagno di classe, ossia Mattia Sbano) Durante questo combattimento Pietrone continuava ad insultare parte del suo esercito che decise di allearsi con la fazione avversaria. Così alla fine della battaglia il tiranno si ritrovò da solo. Sfidò Mattia per un combattimento per il trono. Ovviamente il vincitore fu Mattia, anche se il combattimento durò tantissimo perché sembrava più un balletto poiché Pietrone voleva far vincere Mattia, ma quest’ultimo non si decideva ad attaccare; la scena era molto buffa. Dopo questo “combattimento”, Pietrone cedette la corona.
Successivamente cenammo, devo dire che la cena fu veramente molto buona.
Pensai che era normale poiché a cucinare era una chef.
Durante la cena si svolsero varie attività molto divertenti ed esilaranti.
Finita la cena fu notte, quasi le dieci, lì i cavalieri e la dama con toni spaventosi e modi di comportarsi che incutevano paura, ci portarono alla Sala del Trono dove ci dissero che in quella notte il male si sarebbe risvegliato e che dovevamo dividerci in tre gruppi seguendo le loro indicazioni per scacciare il male.
Un gruppo, il più numeroso, doveva rimanere nella Sala del Trono poiché era l’unica stanza protetta dalla maledizione e cercare un libro per la distruzione della maledizione, un altro, meno numeroso, avrebbe dovuto seguire la dama e andare nei sotterranei per prendere il bastone della strega del male ed un ultimo composto solo da otto persone sarebbe dovuto andare nel bosco per il ritrovamento di una tavola di pietra con scritta l’ultima parola della formula dell’incantesimo.
Io andai nel bosco; era tutto davvero terrificante: fu un susseguirsi di scappare, correre, urlare, mostri, rumori agghiaccianti, trappole e ologrammi terrificanti. Una volta che tutti fummo tornati alla Sala del Trono pronunciammo le parole scritte sulla tavola e sul libro, ci dissero che quelle parole attiravano il male ma allo stesso tempo facevano da scudo e proteggevano chi le pronunciava. A un certo punto un cavaliere urlò che il male era stato sconfitto.
Fu una notte spaventosa e allo stesso tempo fantastica, mi divertii molto.
Poi andammo tutti a dormire, anche se credo di aver dormito un paio di ore scarse, poiché Riccardo che era a fianco a me russava, un ragazzo sotto di me (i letti erano a castello) tirava calci al letto e un altro mio compagno aveva paura del buio e continuava a chiamare i Proff. o a parlare con Riccardo; fu una notte terribile…
Il mattino seguente fu divertentissimo.
I maschi dopo gli allenamenti, resi più leggeri da parole scherzose e frasi divertenti, usarono l’arco (con punte di gomma) e la balestra (anche quella con i dardi dalle punte di gomma); era bellissimo sembrava di impugnare armi vere, fu divertentissimo. Facemmo anche la prova delle frasi da dire al principe (Mattia) per l’incoronazione. Poi scesero le ragazze ed erano vestite con abiti medievali, erano rosse per la vergogna e noi maschi invece eravamo molto divertiti. Poi ciascuno disse le frasi al principe (ragazze comprese) e le ragazze fecero un balletto a quel punto i maschi (compreso io) si misero a ridere. Dopo Mattia fu incoronato Re, ma in quel momento stava piangendo dal ridere perché con lui c’era anche la Regina, una ragazza di un'altra classe, e lui era imbarazzato, perché dovette farle il baciamano per diventare lui uomo e l’altra dama. Dopo dovemmo farlo tutti però io scappai in un angolo della stanza, insieme a molti altri, riuscendo a non farlo. Dopo di quello le ragazze si misero i vestiti normali, e tutti prendemmo le nostre cose, ci diedero dei panini per il pranzo e uscimmo dal Castello.
Ci recammo in un parchetto a fianco del fiume Verde (affluente del Magra) e lì mangiammo. Finito di pranzare, giocai con il pallone insieme ai miei amici; il pallone, però, finì nel fiume ed il Prof. Colombo andò a recuperarlo (io ed il mio compagno Mattia Sbano lo seguimmo).
Fu una cosa che apprezzai molto nonostante il pallone non fosse mio e cercai di aiutarlo come meglio potevo dall’argine.
Poi risalimmo sull’autobus e dopo un lungo e noioso viaggio di ritorno arrivai a casa stanco ma soddisfatto della fantastica gita.
Matteo Mariotto

Presentazione del progetto CLIL della 5°C, 1°G e 1°M




CLIL'S MORE
Lunedì 6 giugno alle ore 18.30 al teatro Fellini di Rozzano è stato presentato il risultato del progetto CLIL che ha coinvolto quest’anno alcune classi dell’ICS di Viale Liguria a Rozzano (la 5°C della scuola primaria e le 1°G ed M della scuola Secondaria di I grado).
L’incontro è stato introdotto dagli autorevoli interventi della Dirigente scolastica Danila Pinardi, dell’ispettore dell’ambito linguistico del nostro Ministero, Gisella Langè, della preside della scuola capofila del progetto CLIL finanziato dal ministero, Albalisa Azzariti, della referente della rete CLIL4U, Patrizia Maida, della responsabile di Language Point, dott.sa Perego, del sindaco di Rozzano Barbara Agogliati e dell’assessore. Hanno tutti sottolineato il valore dell’educazione interculturale e linguistica per formare i cittadini del futuro.
A salire sul palco sono poi stati i ragazzi delle tre classi coinvolte nel progetto che hanno presentato, attraverso un’edizione speciale di un Tg bilingue, i risultati del lavoro svolto in quest’anno scolastico. Si trattava di un vero telegiornale con tanto di inviati e di reportage video. Al termine, il testo CLIL IS COMING cantato e ballato dai ragazzi ha riassunto i contenuti dell’esperienza fatta.
Si trattava della prima volta in assoluto in cui ragazzi di scuola primaria e secondaria di I grado, coinvolti nel CLIL, presentavano su un palco il loro lavoro.
È stato certamente un compito difficile, ma in cui i ragazzi si sono coinvolti con grande impegno e serietà.
Al termine di questa esperienza i docenti si dicono molto soddisfatti e sottolineano tra i punti che hanno contraddistinto il loro lavoro:
Successful CLIL is where the English and the subjects teachers work together. La collaborazione e il lavoro in team coi colleghi ha fatto emergere tantissimo le doti di ciascuno che spesso sono risultate complementari per cui possiamo dire che alla fine l’arricchimento reciproco è stato tanto. È  stata utilissima la collaborazione tra insegnanti e ragazzi dei diversi ordini di scuola perché è stata l’occasione per una conoscenza reciproca delle due realtà scolastiche.
The main focus is on content not language and the emphasis is on language fluency not accuracy
È stato veramente interessante sperimentare una modalità didattica completamente nuova, in cui non si puntava né ad insegnare la grammatica inglese (che di solito è il pallino degli insegnanti di lingue), né a fornire un gran numero di contenuti (che invece è solitamente la tentazione degli insegnanti delle discipline scientifiche ed umanistiche). Qui invece il focus è stato posto sul comunicare ed è stato veramente sorprendente vedere come in poco tempo è cresciuta la capacità comunicativa in lingua un po’ in tutti i ragazzi.




domenica 29 maggio 2016

RACCONTI FANTASTICI DELLA TERRA DI MEZZO

Progetto Biblioteca e scuola
NEL MONDO DEL FANTASY
La nostra classe ha partecipato al progetto "Racconti fantastici della Terra di Mezzo" nato dalla collaborazione della nostra scuola con la biblioteca di Cascina Grande e il Dottor Giuseppe Bartorilla. Nel corso dell'anno abbiamo scritto alcuni racconti fantasy coi relativi fumetti; riportiamo qui quelli che sono stati premiati durante la festa della scuola del 28 maggio 2016.


L’AVVENTURA DI CHEASE
Di Gabriele Granata e Matteo Mariotto

A Greenland era notte. Un ragazzo di nome Chease, biondo e dagli occhi azzurri, di 11 anni, era sul tetto di casa sua, a guardare affascinato il cielo.
In quel momento vide una luce venire verso di lui; era una fata: aveva gli occhi verdi, i lunghi capelli biondi, le ali trasparenti, era leggiadra e dal volto melodioso. Ella lo prese per mano e lo portò via con sé. Ella lo portò verso una stella dove era racchiusa UTOPIA, un leggendario mondo di cui si narrava nei testi antichi, composto da vari regni. Una volta scontratisi contro la stella, vi entrarono.
Arrivati, la fata si presentò, si chiamava Cristal; portò Chease davanti ad un castello, lì vi era un uomo dalla folta barba grigia e dai capelli chiari, che piangeva. La fata gli disse che era il re Artur, sovrano di quel piccolo regno dal lussureggiante verde, interrotto solo da un piccolo villaggio.
Chease gli chiese che cosa non andasse, il re gli rispose: “Lo stregone di nome Foul, che minaccia questo regno da anni, è tornato e ha rapito mia figlia Elena, nonché la principessa di questo piccolo regno”.
Chease allora promise di aiutarlo. Il re gli diede la sua spada magica Pendragon creata dal fuoco di un vulcano, la fata lo accompagnò nel suo lungo e pericoloso viaggio.
Si diressero verso il castello del nemico: dovettero attraversare due biomi diversi.
Un deserto, arido e asciutto, senza alcuna vegetazione, con sabbie dorate ed arroventato da un sole cocente.
Nel corso del cammino, Chease e Cristal percepirono la sensazione di infinito. L’uscita da questo luogo era custodita da un mostro dalle grandi chele e dotato di una mortale coda acuminata.
Il secondo ambiente che dovettero attraversare fu una giungla abitata da creature orribili e spietate, a caccia di prede da uccidere. Questo luogo era umido e caldo, con liane che pendevano da alberi giganti ed era abitato da un popolo di elfi; che faceva prigionieri tutti quelli che si addentravano in quel luogo.
In questi biomi conobbero due creature fantastiche: un mago ed un elfo …
Infatti, dopo lunghi giorni di cammino, videro una capanna di paglia e legno, dove viveva il mago Oldfire, dalle vesti semplici e dagli occhi castani, (era diverso da come se lo immaginava Chease) che li ospitò per bere e mangiare qualcosa.
Chease allora gli offrì alcuni doni del re, se li avesse aiutati nel loro viaggio. Il mago naturalmente accettò per il motivo che, per uscire dal deserto, bisognava uccidere lo scorpione gigante guardiano e loro avrebbero potuto aiutarlo nell’impresa.
La fata accecò lo scorpione con la sua luce magica; lo scorpione per difesa provò a colpirli con la sua coda dal veleno mortale, però Oldfire con delle scariche di fulmini lo paralizzò impedendone il colpo. E così potettero passare.
Dopo un po’ di tempo si ritrovarono nella giungla dove furono catturati dalla tribù della Fogliasecca governata da un elfo che si chiamava Legolas che li buttò nella loro prigione per tre giorni. Il quarto giorno Chease lo supplicò di lasciarli andare perché dovevano salvare la principessa Elena. Egli, scoperta la verità, chiese loro perdono e decise di accompagnarli nel loro viaggio.
Arrivati al castello, un potente drago dalle scaglie di un rosso ardente sorvegliava il vulcano che forgiò Pendragon situato vicino al castello dello stregone Foul. Inoltre, intorno al castello scorreva un fosso di lava ardente: quella cosa solo li separava da Foul. Ma per loro non era un problema perché il mago con l’incantesimo della levitazione li sollevò e li trasportò dall’altra parte.
Il drago, enorme e con sbuffi di fumo dal naso, si scagliò con furia addosso agli eroi colpendo la fata con i suoi poderosi artigli, stordendola e disabilitandola, per il seguito della battaglia. Il mago scagliava fulmini e l’elfo frecce avvelenate; ma fu tutto inutile poiché le scaglie del drago erano troppo spesse. Così il drago lanciò una potente fiamma sul mago, l’elfo, la fata e Chease. Il mago con le sue ultime forze li protesse con la sua bolla magica, ma essa poi si ruppe e il mago svenne. Successivamente il drago con un solo colpo d’ali, fece volare l’elfo, che sbatté violentemente contro un muro della torre e svenne.
Il drago stava per attaccare Chease. Stava per uccidere tutti gli eroi dell’avventura però nel momento del bisogno, dopo alcune preghiere fatte dal mago (rinvenuto), dal vulcano apparve una meravigliosa fenice dalle piume di fuoco che attaccò il drago.
Con il becco riuscì a penetrare fra le scaglie del corpo del drago e lo uccise, ma esso le procurò ferite tali da ucciderla a sua volta. Allora il gruppo (rinvenuto) fu ancora più determinato a uccidere lo stregone Foul.
Salirono sulla torre più alta del castello fino ad arrivare in cima ad essa.
Lì incontrarono Foul, aveva una folta barba scura, gli occhi neri come la pece e il vestito nero come il carbone. Egli scatenò potenti magie neutralizzando tutti gli eroi: dal mago, alla fata, all’elfo. Tutti tranne Chease che coraggiosamente estrasse Pendragon e trafisse nel petto lo stregone liberando la principessa Elena.
Chease in quel momento la vide, aveva più o meno la sua stessa età, aveva gli occhi azzurri e lunghi capelli biondi. Sembrava gentile e dolce: Chease fu molto colpito da Elena.
Poi davanti a loro apparve la fenice che li aveva salvati prima: era risorta dalle sue ceneri e, con il suo aiuto, tornarono al castello del re Artur.
Tornati al castello, Artur riabbracciò sua figlia e diede agli eroi tutte le cure di cui avevano bisogno e li fece riposare.
Quello stesso pomeriggio il re li nominò Cavalieri del Regno: il mago assunse il titolo di nobile; l’elfo di arguto; la fata di leggiadra e Chease di coraggioso.
Il re diede all’elfo una carrozza per tornare al suo villaggio, e il mago rimase ad abitare nel castello. Chease tornò a casa con l’aiuto della fata.
Chease venne lasciato sul tetto di casa sua, dove ripensò ai suoi strabilianti nuovi compagni di avventura speranzoso di rincontrarli e di rivedere Elena.


L'AVVENTURA DI JIM
Di Silvia Biondino e Monica Brancaccio
In una piccola città abitava con la sua famiglia Jim, un bambino molto magro ed agile dai capelli neri, gli occhi marroni e la bocca sottile. Era un bambino molto timido ed anche curioso. Un giorno scoprì nell'app store un gioco di nome Geometry Dash e decise di scaricarlo. Iniziò subito a giocarci e superò con facilità il primo livello. Ad un tratto lo schermo iniziò a risucchiarlo e lui non ebbe scampo. Per ritornare a casa doveva superare i dieci livelli che contenevano molte difficoltà: salti impossibili, personaggi strani e blocchi trasparenti che ingannavano i giocatori. All'inizio del quarto livello incontrò Trampolo, un personaggio altruista e gentile con tutti, anche se non era una persona ma un semplice punto luminescente che lo avrebbe aiutato a salire più in alto. Fino al quinto livello andò tutto bene, finché non incontrò Punto Sporgente, un personaggio malvagio, maleducato. In fondo però neanche lui era una persona, ma un semplice ago che spuntava sotto di lui uccidendolo e facendogli ricominciare tutto il livello da capo. Inoltre era uno dei livelli più difficili con mostri spara laser che lui doveva schivare. Jim era disperato, non riusciva a sconfiggere Punto Sporgente essendo timido e non volendolo affrontarlo faccia a faccia sconfiggendolo e umiliandolo, visto che lui era l'unico ad averlo ferito cosi tanto da farlo arrendere. Verso la metà dell'ultimo livello, di colore rosso essendo il più difficile, si ripresentò Punto Sporgente pentito di ciò che aveva fatto e pronto ad aiutarlo a sconfiggere il boss di Geometry Dash, uno dei personaggi più spietati del gioco, mostro enorme dai denti più appuntiti di un ago e dagli occhi più rossi del fuoco. Cosi alla fine dell'ultimo livello Punto Sporgente e Jim affrontarono il boss con degli oggetti magici trovati nel livello come un arco incantato con power II. Jim e Punto Sporgente vinsero contro il boss grazie alla loro collaborazione. Per sdebitarsi con Trampolo e Punto Sporgente decise di portarli con lui a casa facendo loro vivere una vita normale, senza ansia di personaggi cattivi che potevano ucciderli. Con questa esperienza Jim si rese conto di essere cambiato, acquisendo coraggio e autostima e inoltre non dimentichiamo che… vissero tutti felici e tecnologici!

LA SFERA MAGICA
Fumetto di Mattia Don e Gian Maria Stifani

lunedì 18 aprile 2016

Visita all'abazia e al mulino di Chiaravalle

MONACI PER UN GIORNO!

Una volta scesi dall’autobus, arrivammo all’Abbazia di Chiaravalle.
All’ingresso dell’intero complesso (una grande porta in ferro e legno), percorremmo un vialetto, sulla destra vi era un negozio chiamato “La Bottega dei Monaci”, mentre sulla sinistra vi era un bar.
Finito il vialetto, giungemmo allo spazio antistante la Chiesa, decorato da aiuole verdi e da siepi molto curate.
La porta d’ingresso alla Chiesa vera e propria, era in legno, decorato con i bassorilievi di quattro Santi e sormontato dallo stemma della Chiesa: una cicogna.
Lì incontrammo la guida, che ci fornì tutte le principali informazioni sull’Abbazia e sulle sue origini storiche, così come sul contesto ambientale naturalistico dove il complesso venne edificato (marcite, fontanili e risorgive).
Poi insieme ad una collega, la guida aprì la porta dell’Abbazia.
Vi era una fila di sei colonne snelle, in mattoni collegate fra loro da strutture ad arco; erano decorate con affreschi che rappresentavano episodi della vita di Santi, di Gesù bambino, di Cristo adulto e della Madonna.
In fianco ad esse vi erano delle panche in legno. La guida ci fece sedere su di esse. Lui invece, rimase in piedi, per parlarci dei monaci medievali e dei monaci attuali. Ci raccontò della regola “Ora et Labora”, delle preghiere e della vita quotidiana dei monaci. Cercava di farci partecipare al discorso, facendoci delle domande ed in molti rispondemmo correttamente perché era l’argomento che stavamo studiando a scuola in quel momento.
Poi facemmo un gioco. La guida chiamò circa una decina di noi e fece loro guardare loro dietro in cancelletto di ferro nero, che cosa era presente nell’Abbazia di fronte e noi e dopo un minuto, dovettero spiegare cosa videro.
Successivamente la guida ci descrisse con maggior precisione cosa era presente. Io allora guardai con attenzione: vi erano due file di sedie per i monaci (il bellissimo coro in legno) meravigliosamente decorate ed intagliate con scene della storia e della vita di Gesù in bassorilievi con una croce tra le due file ed un altare con i busti dei papi scolpiti appoggiato alla parete in fondo.
Ci divise in due gruppi, entrambi ulteriormente suddivisi in quattro gruppetti ciascuno..
Il primo gruppo dovette osservare con attenzione l’immagine sopra la porta d’ingresso dell’Abbazia; l’altro le immagini sotto la torre, chiamata Ciribiriciaccola (alta, bellissima, con marmo bianco e trifore e bifore). Poi ciascun gruppo descrisse all’altro gruppo quello che aveva visto.
Poi andammo al capitolo, posto al lato est del chiostro.
Il capitolo era una piccola stanza decorata con affreschi dove i monaci si trovavano per leggere le sacre scritture e al bibbia.
Il chiostro è invece un giardino interno all’Abbazia con un pozzo nel centro: un luogo di meditazione e di contemplazione della natura.
Successivamente tornammo al mulino (dove eravamo già stati all’inizio per appoggiare gli zaini). Lì facemmo un gioco per le presentazioni. Ciascuno doveva dire il proprio nome seguendo un ordine preciso ed esso cambiava a seconda delle indicazioni della guida. Dopo (sempre all’interno del mulino) facemmo un gioco in cui bisognava improvvisare un breve spettacolo teatrale. Eravamo divisi in quattro gruppi. Ciascun gruppo aveva un biglietto con quattro parti da utilizzare nel proprio spettacolo. Tutti e quattro le esibizioni furono divertenti.
Poi la guida ci mostrò anche le marcite ed il loro funzionamento grazie ad un modellino in scala ridotta dell’Abbazia con meccanismi che permettevano il movimento di alcune parti.
Poi andammo a pranzare, nello stesso luogo in cui avevamo fatto merenda verso le dieci e mezza.
Lì la guida ci mostrò anche il mulino, la sua pala, spiegandoci i meccanismo e le diverse lavorazioni di cereali per la produzione di farine. Inoltre ci raccontò la storia della conquista dell’Abbazia da parte dei francesi e di Napoleone Bonaparte.
Finito di pranzare giocammo a "rubabandiera" e fu molto divertente.
Poi tornammo nuovamente al mulino per realizzare il dentifricio. Seguimmo questo procedimento: prendemmo un vasetto, ci versammo dentro poca argilla verde, con olio di finocchietto e salvia. Mescolammo il tutto e lo mettemmo in un po’ di plastica per poi poterlo portare a casa.
Successivamente tornammo nel giardino dove in precedenza pranzammo e facemmo altri giochi insieme: il primo a coppie. Bisognava mettere al centro di un cerchio (formato dalle coppie) dei tappi in numero inferiore di uno rispetto al numero delle coppie; bisognava che uno salisse sulla schiena dell’altro e quello sulla schiena doveva (alla parola “gira” della guida) correre a recuperare un tappo. Chi rimaneva senza tappo veniva eliminato. Vinse la coppia Mattia Don e Gabriele Granata.
L’altro gioco fu il tiro alla fune. La sfida era fra le diverse classi e la mia (la 1° M) vinse ogni sfida.
Poi salutammo la guida e la sua collega e ci recammo ai negozi per acquistare souvenir, merende e/o bibite.
Poi con l’autobus tornammo al capolinea del tram 15 dove poi ciascuno tornò a casa propria.
Fu una bella ed intensa giornata. Tornai a casa esausto.

Matteo Mariotto (1°M)

giovedì 21 gennaio 2016

FIABE IN CANTIERE


Venerdì 15 gennaio gli alunni di 1°M si sono recati alle Gallerie d'Italia per osservare alcune opere d'arte contemporanea che potevano ispirare trame di fiabe straordinarie. Al termine della visita ci siamo improvvisati scrittori di fiabe a partire dalle opere viste: ecco cosa ne è nato.

GAME OVER

GAME OVER
Steva entra nel suo mondo: l’isola d’oro, nella legittima dimora di Herobrine, re dei fantasmi. Steva non sapeva che nel giorno dell’eclissi si sarebbe risvegliato il re dei morti. Un giorno Steva, si trovò in un villaggio e una strega le parlò della fine del mondo e le diede sei pozioni:
1. La forza
2. La velocità
3. La visione notturna
4. Il salto
5. La protezione dal fuoco
6. L’invisibilità
Il giorno dell’eclisse Herobrine come previsto si risvegliò. Cominciò a mandare mostri sulla Terra. Steva usò tutte le pozioni per sconfiggere i mostri, però rimaneva solo quella della forza. Arrivata a Herobrine, ci fu uno scontro epico, ma Herobrine a ogni colpo si rafforzava e l’ultima scelta fu quella di prendersi la pozione o lanciarla a Herobrine. Steva lanciò la pozione a Herobrine che pensò di diventare più potente, ma invece si smaterializzò. Così il mondo fu salvo dal male di Herobrine.
Monica BRANCACCIO, Mattia DON, Gabriele GRANATA, Matteo MARIOTTO, Gian Maria STIFANI                                                    

L’ISOLA D’ORO
C'erano una volta una donna di nome Filomena e un uomo di nome Metello; erano malnutriti, infatti erano magrissimi. Scapparono dalla loro terra e per mare da Napoli a causa di un'esplosione vulcanica e su una spiaggia trovarono una barca abbandonata; vennero trasportati da forti correnti su un’isola tutta dorata dove non potevano bere e mangiare.
Lì trovarono un castello dove entrarono di nascosto e parteciparono a un ballo di corte. Mentre Filomena e Metello ballavano, arrivò Mortisio, vide Filomena e se ne innamorò. Mortisio era un uomo senza volto, che però poteva assumere tante facce, così conquistò la bella Filomena baciandola e facendola diventare come lui. Un uomo che conosceva il cattivissimo Mortisio gli diede una pozione che permetteva di tornare indietro nel tempo. La ragazza la bevve e tornò indietro nel tempo riassumendo il suo aspetto iniziale e Mortisio sparì. L’isola riprese il suo vecchio aspetto naturale e tutti incoronarono re e regina Filomena e Metello, che vissero per sempre felici e contenti nella città di Ischia.    

Silvia BIONDINO, Susanna DANIOTTI, Iris MARAI, Alessia PIGNIERI         

LA REGINA E IL LUOGO MAGICO
C’era una volta un’ambiente molto grazioso e bello ricco di ninfee, chiamato Lago dell’Amore. Un giorno arrivò una persona molto strana, con un occhio nero, la bocca e il naso storti. Questa persona era molto ricca, si chiamava Paola. Un giorno un uomo cattivo, di nome Malvagio, rapì Paola. Lui la portò in un posto che nessuno conosceva. Appena Paola si svegliò, capì subito che era in pericolo, così prese la sua polvere magica e la buttò addosso al cattivo. Attraversò diversi campi e diverse foreste arrivò a destinazione, nel Lago dell’Amore. Quel lago era molto importante per lei perché trovò in mezzo alle ninfee  un oggetto magico, la polvere e così diventò la protettrice del paese.

Flavio DILERNIA, Riccardo FANTOZZI, Alessia GRILLINI, Michael PENTASSUGLIA, Martina RAPETTI

IL BRUCO E LA STREGA
C’era una volta un bruco gigante. Era molto dormiglione. Un giorno, il bruco Lissy incontrò una strega che si chiamava Pina, aveva un naso lungo e storto, aveva al posto degli occhi, dei bottoni. La strega gli fece un incantesimo che l’avrebbe ucciso in pochi giorni; per guarire doveva uccidere la strega. Un giorno il bruco entrò nel castello e rubò una zuppiera magica, poi tornò a casa. Il bruco Lissy con la zuppiera magica espresse un desiderio. Quello di uccidere la strega Pina. La strega morì e lui guarì.

Simone DI BISCEGLEI, Daniele MARANCA, Kristian RUSSO, Mattia SBANO e Gabriele TURI



                                                  

                                       

                             





mercoledì 6 gennaio 2016

Visita alle Gallerie d'Italia


Che profumino!
Venerdì 4 dicembre io e la mia classe siamo andati al museo Gallerie d'Italia con il tram 15 per una visita guidata ad alcune opere d'arte esposte dal titolo "Che profumino!"
La nostra guida ci disse che questa era in passato una banca che si è arricchita di quadri perché a quel tempo si facevano numerosi baratti.
Un'altra cosa che la fa sembrare una banca è il fatto che ci sono ancora i vecchi sportelli.
All'entrata c'era un salone con un soffitto con intelaiatura di  ferro e col vetro e quando c'era il sole il pavimento era illuminato da colori.
Vedemmo una scultura di bassorilievi e numerosi dipinti.
La scultura riguardava l'Odissea con la storia di Ulisse dov'era rappresentata anche Nausicaa (A. Canova, DANZA DEI FIGLI DI ALCINOO). Abbiamo annusato dell'aceto perché i Greci producevano un vino starno con sapore simile all'aceto.
Tra i quadri che abbiamo visto c'era quello della bambina che puliva i frutti in particolare la mela cotogna (G. Sottocornola, FRUTERA) e abbiamo annusato in una scatoletta mela cotogna essiccata; c'era poi il quadro dell'istruttore di ballo con personaggi nobili con lunghe parrucche bianche (G. Induno, LA LEZIONE DI BALLO): la guida ci spiegò che i
capelli bianchi a quel tempo erano una parrucca per coprire i capelli che non lavavano. Abbiamo poi annusato chicchi di caffè perché al termine della lezione di ballo era usanza bere questa bevanda.
Alla fine della giornata facemmo un laboratorio utilizzando numerose spezie piccanti,  amare, dolci che dovevamo incollare su un immagine per decorarla e renderla originale.
(Gabriele Granata 1°M)

Attività di socializzazione


Iniziamo a conoscerci!
In questi primi mesi di scuola, la nostra classe ha partecipato ad alcune attività di socializzazione con
due psicologi del Consultorio di Binasco:
1. Abbiamo descritto i nostri compagni così da conoscerli meglio e poi abbiamo descritto noi stessi;
2. Abbiamo ripreso le regole che ci siamo dati come classe;
3. Abbiamo descritto attraverso i fumetti la classe e come ci sentivamo in classe (es. se ci giudichiamo bravi e belli..., se veniamo isolati e perché...)
4. Abbiamo completato un questionario sulle attività svolte;

Ecco alcune nostre riflessioni sull'esperienza:
"Da questa esperienza ho imparato che dobbiamo essere più uniti come classe e volerci bene" (Susanna Daniotti)

"Quando sono entrati gli psicologi per la prima volta, ho pensato: Mah sì, sarà un'attività facile e senza senso, m poi, quando ci hanno fatto esprimere che cosa pensavamo l'uno dell'altra, mi sono accorta che era una cosa seria!" (Monica Brancaccio)

"In questi giorni ho imparato ad osservare gli altri in una maniera differente che prima non usavo" (Gabriele Granata)

"Questo progetto mi è servito a capire come mi descrive il mio vicino di banco e quindi come mi vedono gli altri" (Mattia Sbano)