lunedì 13 febbraio 2017

2°M in visita all'istituto dei Ciechi


DIALOGO NEL BUIO

Martedì 10 gennaio ci siamo recati all’Istituto dei ciechi per vivere l’esperienza del percorso “Dialogo nel buio”, che si articolava in varie stanze: Nella prima stanza dovevamo capire quali piante stavamo toccando. Abbiamo attraversato un ponte traballante e abbiamo toccato un oggetto e dovevamo capire cosa fosse, era una mucca. Poi siamo andati in un’altra stanza dove dovevamo sentire l’odore e capire che cosa fosse, erano i chicchi di caffè che abbiamo anche toccato. Poi siamo andati in un porto e siamo saliti su una barca ed eravamo veramente in acqua perché ci ha fatto buttare il bastone e abbiamo sentito la corrente e l’ho anche toccata, poi siamo andati nella casa di un pescatore, ci siamo messi intorno ad un tavolo e abbiamo giocato ad un gioco in cui ci siamo divisi in squadre da due e ci hanno dato degli animali in mano e noi dovevamo capire quale fossero.

Poi siamo andati in una stanza dove ci hanno diviso in due squadre: una doveva andare al mercato e l’altra vicino ad una moto e capire quale fosse la marca della moto. Per ultimo siamo andati al bar a prendere qualcosa da bere.

Al primo impatto era tutto così difficile poi però mi sono abituata. È stato piacevole quando mi sono abituata perché gli occhi si sono rilassati.

Ho imparato che quando può accadere di non vedere più tanto bene non ci si deve abbattere perché anche se non vedi puoi sempre vivere la vita con altri sensi.
Ilaria Pisapia

Al Corriere della sera: ragazzi entusiasti



 VISITA AL CORRIERE DELLA 2°M

Ho trovato tutto molto interessante: affermano



Mercoledì 18 Gennaio 2017 la classe 2°M si è recata al Corriere della Sera a Milano per visitarla e conoscere meglio la sua storia.

Una volta arrivati, la guida iniziò a spiegare la storia del Corriere: il giornale è stato fondato da Eugenio Torelli nel 1976. All’inizio lavorava a Parigi, ma poi trasferendosi a Milano con alcuni soci fondò il famoso giornale chiamato Corriere della Sera. Viene chiamato Corriere in “onore”  di chi consegna il giornale e della Sera perché consegnato in tardo pomeriggio.

Dopo un po’ Eugenio si ammalò così assunse quello che sarebbe diventato uno dei suoi più grandi aiutanti: Luigi Albertini che all’inizio lavorava a Londra.

Continuando a spiegare la guida ha anche aggiunto il fatto che il Corriere ormai fosse diventato famosissimo. Albertini ha fatto così costruire una sede al centro di Milano da Luca Beltrami. Oggi il quotidiano non ha solo un formato cartaceo, ci sono anche l’edizione digitale e il giornale online sempre aggiornato.

In seguito dopo questa lunga spiegazione la guida ha fatto vedere un video che tratta l’argomento della giornata del giornalista: la giornata inizia circa alle 10:30 e finisce a tarda notte.

La mattina si apre con la lettura dei principali quotidiani nazionali per avere un quadro completo della situazione. Ogni giorno in redazione arrivano centinaia e centinaia di informazioni, ma il giornalista nel suo articolo deve metterne solo una minima parte. Inoltre uno dei suoi compiti più importanti è capire quanto un fatto possa suscitare interesse nei lettori.

Alle 11.00 si riuniscono in sala Albertini, dove, in collegamento con Roma, discutono dei temi da trattare. Si inizia la preparazione del timone, la suddivisione delle pagine e la scansione degli ambiti.

Ognuno a questo punto si deve preoccupare di scrivere un articolo accattivante. Il pomeriggio segna il passaggio alla fase “operativa”: si creano le prime bozze degli articoli che si dispongono sulle varie pagine, inserendo anche le pubblicità degli sponsor (fondamentali per la sopravvivenza dell’articolo).

Gli articoli vengono modificati numerose volte, infatti mutano in continuazione e lo scopo del giornalista è riportare la notizia più fresca ed esatta possibile.

Un gruppo di tecnici specializzati nel frattempo si occupano della grafica, modificando e adottando al meglio le foto in ogni articolo.

La notte, dopo le 23:00, gli articoli devono essere ultimati, poi avviene il controllo generale.

Al termine di ciò, il quotidiano deve essere trasmesso tramite computer ai centri di stampa per poi essere distribuito in tutta Italia.

A questo punto, il giornalista lascia l’ufficio stanco, ma soddisfatto del suo lavoro.

Alla fine del video e della breve visita in sala Albertini ho  voluto intervistare un’alunna di 2°M, Alessia Grillini, domandandole cosa le fosse piaciuto, cosa non le fosse piaciuto e cosa avesse imparato da questa visita.

“Mi è piaciuta la visita in sala Albertini” afferma, “non mi è piaciuto il fatto di non aver visto la sala stampa.  Ecco cosa ho imparato: la vita del giornalista” e ha aggiunto che non farà mai la giornalista.

Vorrei dare spazio anche ad una mia opinione sulla visita: credo che questa visita per i ragazzi sia stata molto utile e la consiglio non solo perché istruttiva, ma anche per chi vuole intraprendere questo lavoro così da sapere cosa lo aspetta.
Monica Brancaccio