IMMERSI NEL MEDIOEVO!
Solo
qualche giorno fa andai in gita con la mia classe e con la 1°G e la 1°E a
Sestri Levante, poi a Pontremoli.
Il
viaggio fu lungo; una volta arrivati, il pullman parcheggiò e noi scendemmo.
Ci
recammo in spiaggia nella Baia del Silenzio e lì i Prof. ci fecero appoggiare
gli zaini e ci divisero in varie squadre, per la caccia al tesoro. Ci diedero,
su un foglio, delle indicazioni per ottenere un nuovo foglio scritto con dei
simboli affiancati dal codice per decifrarli. La caccia iniziò: insieme al mio
gruppo andammo ovunque in giro per il paese, chiedemmo ai passanti e gradualmente
completammo le richieste del gioco. Mi divertii molto. Compiute le varie tappe
ritornammo alla Baia. Lì ci vennero consegnati due fogli, così ci dirigemmo
verso il luogo descritto dal testo. Trovammo la parola, essa era: “tesoro”.
Però arrivammo quinti, ma, nonostante ciò, la caccia mi piacque molto. Finito
il gioco il gruppo si divise e ciascuno andò dai propri amici. Da lì mi divertii
insieme con i miei compagni in riva al mare e sulla spiaggia. Un’ora dopo io,
la mia classe e le altre, ci dirigemmo verso il pullman che ci portò a
Pontremoli.
Scendemmo
dal pullman e dopo una ripida camminata di circa mezz’ora, arrivammo al Castello
del Piagnaro, collocato in collina. Fu molto faticoso, infatti in molti si
lamentavano ed anch’io non posso negare che feci altrettanto.
Qui
ci fecero attendere davanti al portone d’ingresso. Fecero entrare prima tutte
le ragazze, poi i maschi scegliendo fra loro dapprima i più educati e lasciando
per ultimi i più maleducati.
Ad
accoglierci furono due “cavalieri” medioevali ed una “dama”.
Una
volta entrati ci trattarono molto severamente, secondo alcuni miei compagni
quasi con cattiveria.
Ci
condussero prima in un cortile collocato ad un livello superiore, in cui ci
fecero poggiare le nostre borse e quelle delle ragazze che ci avevano obbligato
a trasportare. Poi ci fecero portare le borse nelle nostre camere e scegliere i
nostri letti. Io scelsi il mio letto in un posto che mi piacque davvero molto,
però i professori mi spostarono nella stanza a fianco, più piccola, dove mi
trovai meno a mio agio.
Dopo
dieci minuti riscendemmo nel cortile d’ingresso dove ci fecero entrare nella
Sala del Trono (a mio parere stranamente di piccole dimensioni). Lì incontrammo
il “tiranno “ Pietrone. Trattò tutti con modi molto bruschi, quasi aggressivi.
Dopo aver interpellato alcuni di noi che non seppero rispondere, urlò loro ed
uscimmo nel cortile.
Successivamente
ci seguì anche il tiranno. I cavalieri dissero per errore le parole “nipote” e
“fratello”; il tiranno a quelle parole faceva le lacrime di coccodrillo e la
scena divenne comica, faceva molto ridere.
Il
tiranno poi ci fece consegnare dai cavalieri delle tuniche, delle cinture, dei
cappucci e degli elmi. Da lì ci divisero in fanteria e cavalleria: i costumi
erano differenti di colore e di foggia.
Le
ragazze seguirono la dama, la fanteria rimase nel cortile con i due cavalieri e
la cavalleria salì al livello superiore del castello con il tiranno (io
appartenevo alla cavalleria).
Con
le armi di plastica che ci avevano dato, svolgemmo una battaglia finta con
combattimenti ed esercitazioni entrambi svolti sotto il comando di Pietrone.
Finito
il combattimento, il tiranno ci fece un discorso per la sua incoronazione che
si sarebbe svolta il giorno dopo, e decise di organizzarla invece per quello
stesso giorno.
Così
scendemmo nel cortile dove si svolse una discussione fra i cavalieri e il re (sulla
decisione di Pietrone) così fanteria e cavalleria si sfidarono in combattimento;
ma prima di esso fu mostrato il principe che avrebbe dovuto prendere il posto
di Pietrone quando fosse stato ritrovato perché figlio del precedente tiranno, (fu
scelto ad interpretarlo un mio compagno di classe, ossia Mattia Sbano) Durante
questo combattimento Pietrone continuava ad insultare parte del suo esercito
che decise di allearsi con la fazione avversaria. Così alla fine della
battaglia il tiranno si ritrovò da solo. Sfidò Mattia per un combattimento per
il trono. Ovviamente il vincitore fu Mattia, anche se il combattimento durò
tantissimo perché sembrava più un balletto poiché Pietrone voleva far vincere
Mattia, ma quest’ultimo non si decideva ad attaccare; la scena era molto buffa.
Dopo questo “combattimento”, Pietrone cedette la corona.
Successivamente
cenammo, devo dire che la cena fu veramente molto buona.
Pensai
che era normale poiché a cucinare era una chef.
Durante
la cena si svolsero varie attività molto divertenti ed esilaranti.
Finita
la cena fu notte, quasi le dieci, lì i cavalieri e la dama con toni spaventosi e
modi di comportarsi che incutevano paura, ci portarono alla Sala del Trono dove
ci dissero che in quella notte il male si sarebbe risvegliato e che dovevamo
dividerci in tre gruppi seguendo le loro indicazioni per scacciare il male.
Un
gruppo, il più numeroso, doveva rimanere nella Sala del Trono poiché era l’unica
stanza protetta dalla maledizione e cercare un libro per la distruzione della
maledizione, un altro, meno numeroso, avrebbe dovuto seguire la dama e andare
nei sotterranei per prendere il bastone della strega del male ed un ultimo
composto solo da otto persone sarebbe dovuto andare nel bosco per il
ritrovamento di una tavola di pietra con scritta l’ultima parola della formula
dell’incantesimo.
Io
andai nel bosco; era tutto davvero terrificante: fu un susseguirsi di scappare,
correre, urlare, mostri, rumori agghiaccianti, trappole e ologrammi
terrificanti. Una volta che tutti fummo tornati alla Sala del Trono
pronunciammo le parole scritte sulla tavola e sul libro, ci dissero che quelle
parole attiravano il male ma allo stesso tempo facevano da scudo e proteggevano
chi le pronunciava. A un certo punto un cavaliere urlò che il male era stato
sconfitto.
Fu
una notte spaventosa e allo stesso tempo fantastica, mi divertii molto.
Poi
andammo tutti a dormire, anche se credo di aver dormito un paio di ore scarse,
poiché Riccardo che era a fianco a me russava, un ragazzo sotto di me (i letti
erano a castello) tirava calci al letto e un altro mio compagno aveva paura del
buio e continuava a chiamare i Proff. o a parlare con Riccardo; fu una notte
terribile…
Il
mattino seguente fu divertentissimo.
I
maschi dopo gli allenamenti, resi più leggeri da parole scherzose e frasi
divertenti, usarono l’arco (con punte di gomma) e la balestra (anche quella con
i dardi dalle punte di gomma); era bellissimo sembrava di impugnare armi vere,
fu divertentissimo. Facemmo anche la prova delle frasi da dire al principe (Mattia)
per l’incoronazione. Poi scesero le ragazze ed erano vestite con abiti
medievali, erano rosse per la vergogna e noi maschi invece eravamo molto divertiti.
Poi ciascuno disse le frasi al principe (ragazze comprese) e le ragazze fecero
un balletto a quel punto i maschi (compreso io) si misero a ridere. Dopo Mattia
fu incoronato Re, ma in quel momento stava piangendo dal ridere perché con lui
c’era anche la Regina, una ragazza di un'altra classe, e lui era imbarazzato,
perché dovette farle il baciamano per diventare lui uomo e l’altra dama. Dopo
dovemmo farlo tutti però io scappai in un angolo della stanza, insieme a molti
altri, riuscendo a non farlo. Dopo di quello le ragazze si misero i vestiti
normali, e tutti prendemmo le nostre cose, ci diedero dei panini per il pranzo e
uscimmo dal Castello.
Ci
recammo in un parchetto a fianco del fiume Verde (affluente del Magra) e lì
mangiammo. Finito di pranzare, giocai con il pallone insieme ai miei amici; il
pallone, però, finì nel fiume ed il Prof. Colombo andò a recuperarlo (io ed il
mio compagno Mattia Sbano lo seguimmo).
Fu
una cosa che apprezzai molto nonostante il pallone non fosse mio e cercai di
aiutarlo come meglio potevo dall’argine.
Poi
risalimmo sull’autobus e dopo un lungo e noioso viaggio di ritorno arrivai a
casa stanco ma soddisfatto della fantastica gita.
Matteo Mariotto