MONACI PER UN GIORNO!
Una volta scesi dall’autobus, arrivammo all’Abbazia di Chiaravalle.
All’ingresso dell’intero complesso (una grande porta in ferro e legno),
percorremmo un vialetto, sulla destra vi era un negozio chiamato “La Bottega
dei Monaci”, mentre sulla sinistra vi era un bar.
Finito il vialetto, giungemmo allo spazio
antistante la Chiesa, decorato da aiuole verdi e da siepi molto curate.
La porta d’ingresso alla Chiesa vera e propria, era
in legno, decorato con i bassorilievi di quattro Santi e sormontato dallo
stemma della Chiesa: una cicogna.
Lì incontrammo la guida, che ci fornì tutte le
principali informazioni sull’Abbazia e sulle sue origini storiche, così come
sul contesto ambientale naturalistico dove il complesso venne edificato
(marcite, fontanili e risorgive).
Poi insieme ad una collega, la guida aprì la porta
dell’Abbazia.
Vi era una fila di sei colonne snelle, in mattoni collegate
fra loro da strutture ad arco; erano decorate con affreschi che rappresentavano
episodi della vita di Santi, di Gesù bambino, di Cristo adulto e della Madonna.
In fianco ad esse vi erano delle panche in legno.
La guida ci fece sedere su di esse. Lui invece, rimase in piedi, per parlarci
dei monaci medievali e dei monaci attuali. Ci raccontò della regola “Ora et
Labora”, delle preghiere e della vita quotidiana dei monaci. Cercava di farci
partecipare al discorso, facendoci delle domande ed in molti rispondemmo
correttamente perché era l’argomento che stavamo studiando a scuola in quel
momento.
Poi facemmo un gioco. La guida chiamò circa una
decina di noi e fece loro guardare loro dietro in cancelletto di ferro nero,
che cosa era presente nell’Abbazia di fronte e noi e dopo un minuto, dovettero
spiegare cosa videro.
Successivamente la guida ci descrisse con maggior
precisione cosa era presente. Io allora guardai con attenzione: vi erano due
file di sedie per i monaci (il bellissimo coro in legno) meravigliosamente
decorate ed intagliate con scene della storia e della vita di Gesù in
bassorilievi con una croce tra le due file ed un altare con i busti dei papi
scolpiti appoggiato alla parete in fondo.
Ci divise in due gruppi, entrambi ulteriormente
suddivisi in quattro gruppetti ciascuno..
Il primo gruppo dovette osservare con attenzione
l’immagine sopra la porta d’ingresso dell’Abbazia; l’altro le immagini sotto la
torre, chiamata Ciribiriciaccola (alta, bellissima, con marmo bianco e trifore
e bifore). Poi ciascun gruppo descrisse all’altro gruppo quello che aveva
visto.
Poi andammo al capitolo, posto al lato est del
chiostro.
Il capitolo era una piccola stanza decorata con
affreschi dove i monaci si trovavano per leggere le sacre scritture e al
bibbia.
Il chiostro è invece un giardino interno all’Abbazia
con un pozzo nel centro: un luogo di meditazione e di contemplazione della
natura.
Successivamente tornammo al mulino (dove eravamo
già stati all’inizio per appoggiare gli zaini). Lì facemmo un gioco per le
presentazioni. Ciascuno doveva dire il proprio nome seguendo un ordine preciso
ed esso cambiava a seconda delle indicazioni della guida. Dopo (sempre
all’interno del mulino) facemmo un gioco in cui bisognava improvvisare un breve
spettacolo teatrale. Eravamo divisi in quattro gruppi. Ciascun gruppo aveva un
biglietto con quattro parti da utilizzare nel proprio spettacolo. Tutti e
quattro le esibizioni furono divertenti.
Poi la guida ci mostrò anche le marcite ed il loro
funzionamento grazie ad un modellino in scala ridotta dell’Abbazia con
meccanismi che permettevano il movimento di alcune parti.
Poi andammo a pranzare, nello stesso luogo in cui
avevamo fatto merenda verso le dieci e mezza.
Lì la guida ci mostrò anche il mulino, la sua pala,
spiegandoci i meccanismo e le diverse lavorazioni di cereali per la produzione
di farine. Inoltre ci raccontò la storia della conquista dell’Abbazia da parte
dei francesi e di Napoleone Bonaparte.
Finito di pranzare giocammo a "rubabandiera" e fu
molto divertente.
Poi tornammo nuovamente al mulino per realizzare il
dentifricio. Seguimmo questo procedimento: prendemmo un vasetto, ci versammo
dentro poca argilla verde, con olio di finocchietto e salvia. Mescolammo il
tutto e lo mettemmo in un po’ di plastica per poi poterlo portare a casa.
Successivamente tornammo nel giardino dove in
precedenza pranzammo e facemmo altri giochi insieme: il primo a coppie.
Bisognava mettere al centro di un cerchio (formato dalle coppie) dei tappi in
numero inferiore di uno rispetto al numero delle coppie; bisognava che uno
salisse sulla schiena dell’altro e quello sulla schiena doveva (alla parola
“gira” della guida) correre a recuperare un tappo. Chi rimaneva senza tappo
veniva eliminato. Vinse la coppia Mattia Don e Gabriele Granata.
L’altro gioco fu il tiro alla fune. La sfida era
fra le diverse classi e la mia (la 1° M) vinse ogni sfida.
Poi salutammo la guida e la sua collega e ci
recammo ai negozi per acquistare souvenir, merende e/o bibite.
Poi con l’autobus tornammo al capolinea del tram 15
dove poi ciascuno tornò a casa propria.
Fu una bella ed intensa giornata. Tornai a casa
esausto.
Matteo Mariotto (1°M)