A come AMICIZIA
Caro Andrea,
oggi ti voglio parlare di un
libro che mi è piaciuto molto che si intitola «ERO CATTIVO». Parla di un
ragazzo di dodici anni di nome Angelo che dentro di sé prova tanta antipatia
verso gli altri, e da tutti è considerato cattivo. Oramai si è abituato. Fa
scherzi di cattivo gusto, non ubbidisce, prende brutti voti a scuola, non sta
attento. Un giorno esagera troppo e la sua professoressa di inglese si spaventa
tanto da avere un infarto mortale. Angelo rimane scioccato da questo e il
tribunale dei minori lo manda in una casa, in mezzo alla campagna, governata da
Padre Costantino, che è diverso dagli altri adulti. Non sgrida mai e non alza
mai la voce, comprende le sue emozioni e quelle degli altri ragazzi: Nicola,
che è stato un alcolista. Leo, che ruba e Mara, violentata e incinta a soli
quindici anni. Padre Costantino ha un modo tutto diverso di insegnare e ogni
ragazzo deve avere un obbiettivo, un sogno. Leo suona molto bene il clarinetto
e vuole diventare un musicista, Nicola vuole diventare uno chef e Mara nuotare
con gli squali. Così Angelo decide di volere un cane. Il prete dipinge ritratti
ai ragazzi e alle cose che lo circondano molto bizzarri: non li disegna come
sono ora, ma come saranno in futuro. Non dice mai "se" ma soltanto
"quando". Questo comportamento aperto, pronto ad ascoltare, capire e
cambiare disorienta molto Angelo, abituato a essere sempre rimproverato e
castigato, talvolta anche picchiato da un padre violento. Per questo dapprima
prova odio e fastidio per il prete, ma in seguito riuscirà a cambiare e amare
quel comportamento pacato, aperto e sorridente. L'autore manda un messaggio
chiaro, concreto: spesso non servono obblighi, castighi, ma un obbiettivo da
perseguire e la fiducia di chi si ha accanto. Qualcuno che sia convinto del
possibile cambiamento e che ci dia l'amore di cui prima il fato ci aveva
privato. È un libro bellissimo, commovente anche per chi deve comprendere le
difficili situazioni dei ragazzi con problemi. E anche per gli stessi ragazzi
dominati dalla rabbia. come Angelo. Perché nessuno è cattivo veramente e tutti
possono cambiare. Perché l'importante non è cadere, ma riuscire a rialzarsi.
Questo libro è molto bello
insegna che alla fine basta avere un sogno nel cassetto che vuoi realizzare e
che se ti impegni riuscirai a realizzarlo. Basta solo credere in te stesso e
darti tanta fiducia. Angelo all'inizio non voleva essere come gli altri, voleva
essere al di sopra di loro, voleva farsi rispettare facendo vedere agli altri
di che cosa era capace, anche se a
soffrire non era lui ma qualcun altro. Però alla fine Angelo ha imparato che
cos'è l'amicizia, è quel sentimento che ti trasmettono che tanto affetto e
amore.
Silvia BIONDINO
B come BISOGNO
Caro Leonardo,
ti scrivo per raccontarti di un libro che ho
letto: il diario di Anna Frank, una bambina ebrea vissuta
nel periodo della
Shoah. Lei viene uccisa a 16 anni nel campo di concentramento di Bergen Belsen,
ma lascia un diario con la sua "testimonanianza" sul periodo di vita
al campo di concentramento.
Anna nasce nel 1929 e viene portata al campo a
15 anni. Però partiamo da dove tutto è iniziato: è il 12 Giugno 1942 e Anna
compie gli anni, per regalo le viene dato un diario. Ad un certo punto iniziano
le forti persecuzioni contro gli ebrei ed Anna è costretta a scappare ad
Amsterdam dopo che Hitler occupa l'Olanda. La famiglia di Anna e altri suoi
amici si nascondono in una vecchia fabbrica di spezie. Questi locali sono molto
scomodi e freddi. Per Anna è una grande difficoltà perchè lei vuoi libertà ma
non può più averla, essendo chiusa in un posto freddo e inadeguato. La ragazza
nei due anni in cui resta chiusa li decide di scrivere un diario, in cui
racconta le sue poche gioie, il suo dolore e le sue moltissime speranze ed
opinioni. Racconta anche episodi banali e di vita quotidiana. In tutto ciò lei
scrive queste ad una certa Kitty, la sua amica immaginaria. Nel suo diario
parla anche di un ragazzo di nome Peter di cui si innamora. Inoltre il padre
sembra non avere più un legame con lei e la madre non le da molto affetto,
inoltre la sorella è molto triste a causa della situazione. Ormai è costretta
anche a vivere con altre persone e quindi non ha più uno spazio tutto per lei.
Si dedica allo studio delle varie materie.
Per Anna nella "casa" in cui vive
c'è noia e nulla di speciale, tranne Peter da cui va una sera in soffitta, e
per come ti ho già detto, provava un piccolo sentimento d'amore che lui
contraccambiava.
Un giorno vi è una segnalazione, forse da
parte di una spia che scopre il rifugio di Anna. Così il 4 Agosto 1944 un
tedesco e degli olandesi fanno irruzione in casa e vengono tutti arrestati dai
soldati tedeschi. Qualche giorno dopo, portano i prigionieri in un campo di
concentramento in Olanda chiamato Westerbork e in seguito, il 2 Settembre 1944,
sono condotti ad Auschwitz. Li dividono gli uomini e le donne, così il padre di
Anna si divide da lei. Nel periodo di permanenza, racconta tutto ciò che le
succede, cosa prova e cosa vede intorno a lei, ovvero terrore e distruzione.
Prova paura, noia, stanchezza, malore...
In seguito la madre di Anna muore e molto
tempo dopo, nel Febbraio del 1945, ormai malata di tifo, stanca, esausta e
malnutrita, muore pochi giorni dopo sua sorella. Purtroppo vengono sepolte in
fosse comuni. Poche settimane dopo, gli inglesi liberano i campi di
concentramento e i tedeschi perdono. L'unico sopravvissuto è il padre a cui
viene restituito il diario di Anna. In questo libro ho potuto leggere e anche
capire quanto l'uomo può essere crudele e spietato nei confronti dei suoi
simili, però posso vedere molta speranza in lei e tutte le sue emozioni: la
tristezza, la gioia etc. Uno dei sentimenti è il bisogno: di necessità, libertà
e di scrivere come se non potesse farne a meno. Far capire i suoi sentimenti e
cosa prova in ogni cosa: eventi speciali o anche semplici scene di vita
quotidiana come mangiare a tavola.
Caro Leonardo, ti consiglio questo libro, fa
riflettere molto e quando lo leggi ti fa provare un sacco di emozioni.
La tua Monica BRANCACCIO
C come CORAGGIO
Ciao Mary,
come va? La scuola? Io tutto
bene! Oggi sono qui a scriverti, come ogni fine mese, per raccontarti il libro
che ho letto in questo periodo. Il libro si intitola: “Questa sono io”. Questo
libro parla di una ragazza di nome Viola che vive insieme alla nonna perché i
suoi genitori sono troppo impegnati nel lavoro e quindi non riescono ad
occuparsi di lei e quindi hanno preferito affidarla a lei e non rischiare l’intervento degli assistenti
sociali. La sua nonna è molto brava a preparare i dolci e per questo è spesso
fuori casa con le amiche a fare la spesa, tanto più che il giovedì, il giorno
in cui Viola esce alle 12 da scuola la nonna non riesce ad andare a prenderla.
Viola è molto legata alla sua migliore amica che si chiama Arianna; per lei
Arianna è la persona più preziosa che ha insieme a sua nonna che si pende
sempre cura di lei. Viola considera come mamma anche la mamma di Arianna. Viola
con Arianna passa sempre il pomeriggio tra compiti e bellezza. Viola è una
ragazzina di 14 anni che come tutte le ragazzine di quell’età è innamorata
persa di un ragazzo, Michele. Michele piace molto anche a Cecilia la ragazza
più popolare in tutta la scuola, che con il suo gruppetto di amiche prendono in
giro le altre persone. Viola quando ha bisogno si confida sempre con Arianna
che la consiglia e la fa tranquillizzare.
Un giorno Viola iniziò a pensare
alla sua famiglia, a sua madre e suo padre, che non si faceva chiamare papà, ma
Vincenzo. Lei aveva il cognome della mamma e questo la fece molto insospettire;
un giovedì quando uscì da scuola, approfittando dell’assenza della nonna si
mise a cercare informazioni in casa. Andò subito in camera di sua madre per
prendere la sua scatola dei ricordi. Appena la aprì trovo solo delle foto dove
c’erano lei e suo padre in vacanza con annotate dietro le date, scoprì che i
suoi genitori erano andati in vacanza quando lei era già nata, questo la fece
ragionare molto. Quel pomeriggio andò subito a casa di Arianna per trovare
insieme informazioni su suo padre. Arianna e Viola non trovarono molti dati
solo delle foto dove c’era Vincenzo con due ragazzi, Viola capì dalla foto
perché si faceva chiamare Vincenzo e non papà. Arianna per consolarla le svelò
il suo più grande segreto, cioè che era stata adottata. Viola non raccontò
niente alla nonna.
Il giorno dopo a scuola diedero
la notizia di una gita scolastica non obbligatoria, a Viola venne subito in mente
un’idea. Il pomeriggio raccontò la sua idea ad Arianna: voleva andare a Parma a
vedere se Vincenzo aveva veramente due figli e Arianna si offrì di
accompagnarla.
Arrivò il giorno della partenza; quando
arrivarono a Parma, Viola era serissima non parlava neanche con Arianna.
Andarono in un bar davanti al palazzo dove abitava Vincenzo lo videro e
decisero di seguirlo. Dopo averlo seguito per molto tempo arrivarono davanti a
una scuola e lui era lì per recuperare due ragazzi che lo chiamarono papà.
Viola ci rimase molto male, ma una volta a casa se lo dimenticò, si arrabbiò
però con sua madre che non le aveva detto la verità.
Viola con un gruppo di amici tra
cui Michele, Arianna, Francesco, Marco e altri organizzavano molti pomeriggi
alla gelateria di Rollo e anche una gita al Crotto del Pino.
Viola ci impiegò molto a
convincere sua nonna a farla partire con i suoi amici e con Rollo che si era
offerto di portarli. Il giorno dopo la nonna le diede la notizia che in quel
fine settimana sarebbe arrivata la mamma in città. Viola non la voleva vedere
sua madre quindi organizzò con Arianna una giornata SPA. Quando arrivò la mamma
in città, Viola andò da Arianna alle 10 così da evitare di incrociarla però
quando torno alle 17 la trovò sulla porta di casa pronta a ritornare a Venezia.
Dopo pochi giorni la nonna diede una brutta notizia a Viola, il papà sarebbe
venuto in città per stare con lei il giorno in cui doveva andare via con i suoi
amici, lei non voleva rinunciare alla sua gita allora decise di chiamare
Vincenzo per accordarsi su un altro giorno, ma lui non rispose.
Rollo, il gelataio, aveva dei
problemi; doveva riorganizzare lo spettacolo che ci sarebbe stato il fine
settimana seguente, i ragazzi dovevano esibirsi al posto di una band che aveva
dato disdetta a Rollo.
I ragazzi decisero di fare tutti
qualcosa esibendosi a coppia o singoli, Arianna e Viola non sapevano cosa fare,
quindi dedicarono una serata a pensarci e arrivarono alla conclusione di fare
una piccola scenetta di uno spettacolo di cucina.
Una mattina arrivò un regalo per
Viola da parte di Vincenzo e sua madre, la ragazza decise di non aprire il
regalo perché non le serviva a niente e perché loro non erano dei genitori
“veri” perché non stavano mai con lei, non la vedevano crescere e non le davano
il vero affetto che tutti i genitori devono dare ai propri figli, la nonna si
rassegnò e non le rispose per non litigare.
La gita a Crotto era andata
benissimo; tutti si erano divertiti passando un pò di tempo con i propri amici.
Viola e Michele riuscirono a stare un po’ insieme e mentre stavano vedendo un
video lei scoppiò a piangere e finì per raccontare a Michele e a Rollo la sua
vita. Dopo la gita Viola decise di scrivere una lettera a Vincenzo, in quella
lettera mostrò un grande coraggio. Gli scrisse che non lo voleva più vedere
perché lui non era il suo vero papà e che non le servivano a niente i suoi
regali perché lui era una persona falsa e bugiarda.
Dopo pochi giorni la nonna decise
di parlare con Viola della lettera per farsi spiegare il perché l’aveva
scritta. Viola si arrabbiò anche con la nonna che non le aveva detto la verità
però la nonna le spiegò che aveva fatto questo per non farla soffrire, allora
Viola capì e le diede un forte abbraccio.
Ora ti voglio un po’ parlare di Viola, lei era una ragazza come noi alta
e magra, una ragazza molto forte, coraggiosa e anche un po’ timida perché si
vergognava a parlare con Michele come noi con i ragazzi che ci piacciono.
Questo libro mi ha comunicato molto il sentimento del coraggio perché ho notato
in Viola molto coraggio nell’andare avanti e nell’essere sola, senza genitori,
nella sua vita. Ho notato anche in lei il coraggio nell’andare in una città a
lei sconosciuta per trovare il suo vero padre e quindi la sua felicità. Quindi
verso di lei ho molta stima perché lei riesce ad andare avanti anche senza dei
genitori ma solo con la sua nonna che la sostiene come se fosse un genitore.
Ciao Mary ti saluto ci sentiamo
presto, aspetto anche la tua lettera dove racconti il tuo libro. Ti voglio
bene! Un bacio
Susanna DANIOTTI
D come DOCILITA'
Caro amico,
adesso ti parlo di un libro molto bello e incantevole leggi bene: Kit
Watson, un ragazzino di 13 anni,
si trasferisce nella città di Stoneygate, dove
viveva il suo caro nonno che era rimasto da solo dopo la morte della nonna. Stoneygate
era una città dove c’era stata una vecchia miniera e in giro si trovavano dei
segnali di questa miniera. Kit all’inizio non conosceva nessuno, poi piano
piano si avvicinano a lui un gruppo di ragazzi il cui capo si chiamava John Askew.
Era un ragazzo aggressivo, scontroso e molto strano; suo padre beveva e non
sembrava un ragazzo felice. Questo gruppo faceva di nascosto il gioco della
morte nascondendosi sottoterra dove c’era stata la miniera. Tanti anni prima
erano morte delle persone nella miniera e tanti bambini dopo un crollo. Il
nonno raccontava sempre a Kit le storie della miniera e a lui faceva molto
piacere ascoltarlo. Gli raccontava di un bambino morto che lui vedeva, chiamato
Luccicaseta (gli faceva molta tenerezza). Questi ragazzi coinvolgono Kit in
questo gioco in cui facevano finta di morire finché un giorno Kit viene seguito
da una prof. e vengono scoperti; gli impediscono di fare questo gioco e John
viene espulso dala scuola. Kit che era un bravo ragazzo voleva aiutare John
perché aveva capito che era una ragazzo molto solo. Nel frattempo Kit diventa
molto amico di Allie ovvero una ragazza che faceva parte del gruppo e vanno
spesso in giro insieme. Il nonno, a mano a mano per una malattia perde sempre
di più la memoria. John sparisce e nessuno sa dove sia e dove si sia nascosto.
I genitori si disperano e anche suo papà, anche se lo trattava male, e
chiedono a Kit di cercarlo e riportarlo a casa.
Kit viene avvicinato da un amico di John che lo convince ad andare in
un rifugio sottoterra dove c’era John che lo aspettava e lui naturalmente ci andò,
rimasero soli tutta la notte sottoterra. Kit lo convinse a ritornare dai
genitori che lo aspettavano calorosamente e gli disse che potevano diventare
amici veri. Lui sfogandosi pianse e ritornò dai suoi cari facendosi però prima
cercare da Allie perché naturalmente si stava preoccupando.
Escono dalla miniera trovati da Allie e accolti calorosamente da tutti.
LORO ALLA FINE DIVENTANO MOLTO AMICI PERCHÉ SCOPRONO DI AVERE TANTE COSE IN
COMUNE COME QUELLA DELLA VISIONE DEI BAMBINI MORTI. Grazie a Kit, John venne
accettato nuovamente a scuola.
Personaggio e sentimento: Il mio personaggio preferito è stato Kit perché ho capito che
lui, anche se incontra personaggi scorbutici, riesce a capire il buono che c’è
in loro e riesce a farli guarire dalla loro nuvola maligna ed è questo che mi
piace di lui e lui mi ha fatto venire compassione verso quel personaggio
guarito da Kit. Mi ha comunicato un senso di docilità. Quindi di questo libro
non posso che dire solo cose positive e che ti aiutano.
Non ti resta che leggerlo!
Simone DI BISCEGLIE
E come EMPATIA
Caro Andrea,
oggi ti voglio raccontare un libro
che ho appena letto e che mi è piaciuto molto e vorrei fartelo conoscere. Il
libro si chiama “Sulla linea del traguardo” e parla di Leo, un ragazzo che fin
da piccolo giocava e aveva la passione per il calcio. Leo a calcio è molto
forte e quello che lo spinge ad andare avanti è appunto la passione e la voglia
che ha per questo sport. Tutto sembra andare bene e Leo è ad un passo dal
realizzare il suo sogno, ma un giorno succede una cosa incredibile: Leo fa un
incidente in moto e dopo essere stato per più di un mese in ospedale, esce che
non può più camminare e quindi muoversi. Nella famiglia di Leo tutti sperano
che lui posso tornare a camminare e infatti gli chiedono anche se volesse
cambiare sport e di passare al basket ma lui rifiuta perché pensa di poter
tornare a fare quello che voleva, giocare a calcio. Intanto però c’è anche la
scuola e per recuperare le lezioni perse viene aiutato da Viola, una sua
compagna di classe che gli passa i compiti. Ma subito tra Viola e Leo nasce un
legame molto forte. Questa Viola aveva anche lei un sogno, quello di diventare
una campionessa nella corsa ad ostacoli. Leo, intanto viene a sapere che non
potrà più muoversi per tutto il resto della sua vita. Dopo molti mesi passati
in un periodo di “depressione” decide che è ora di cambiare ed iniziare una
nuova vita da solo. Con questa fatica lui reagisce e riesce a superare tutte le
difficoltà che gli capitano davanti riuscendo a ritrovare la felicità di prima.
Questo libro ha suscitato in me empatia perché leggendo la storia di Leo è da
brividi. Infatti riesco a capire quello che Leo ha provato in quel momento e
per il resto della sua vita. Viola è uno dei personaggi che mi ha colpito di
più perché nonostante anche lei abbia una vita e un sogno riesce a dedicarsi
anche alla vita di Leo.
Flavio DILERNIA
F come FOLLIA
come stai? E’ da tanto tempo
che non ci vediamo.
Ti scrivo per raccontarti un
libro, “Viaggio di Maturità”. Parla di un ragazzo di nome Ale che dopo
aver
finito gli esami viene lasciato dalla sua ragazza che è andata a Gallipoli, in
Puglia. Becco e Lele sono due amici di Ale che gli propongono di andare in
Puglia dalla ragazza. Lui accetta e così loro intraprendono un viaggio in cui
scopriranno i loro sentimenti e interessi. Questo libro lo descriverei con una
sola parola follia perché loro in questo viaggio all’inizio si conoscevano
appena ma poi andando avanti nel loro folle viaggio in cui incontreranno molte
difficoltà tra cui la rottura della catena della macchina continueranno non per
andare dalla ragazza ma per approfondire la loro amicizia.
Tanti saluti
Mattia DON
G come GIOIA
Ciao Tommy,
ne è passato di tempo, ora ti voglio raccontare di un libro fantastico,
secondo il mio punto di vista, perché ha una trama bellissima che ora ti andrò
a raccontare e magari piacerà anche a te come storia e così potrai pure tu
leggere il libro. La storia parla di un bambino di dieci anni di nome August
Pullman il cui aspetto lo rende diverso dagli altri perché egli ha una
deformazione al viso causata da varie operazioni per aiutarlo a sopravvivere e
fare determinate cose quotidiane. August viene chiamato da tutti i suoi amici e
parenti Auggie. Infatti ora utilizzerò questo come nome. Auggie fino all'età di
dieci anni ha sempre studiato a casa con l'aiuto della madre senza mai andare a
scuola perché si riteneva brutto ma anche perché i suoi genitori non si
sentivano pronti a mandarlo, così rimane a casa, ma, arrivate le medie, i suoi
genitori valutano di mandarlo in una vera e propria scuola. All'inizio prima
di iscriverlo i genitori di Auggie e
Auggie stesso decidono di fare un piccolo tour della scuola che riescono ad
ottenere grazie al preside Kiap e la signora Garcia. Il tour di Auggie è guidato da tre studenti della scuola che
frequenteranno le medie in classe con lui i cui nomi sono Julian, un bulletto
che lo prende in giro, Jack, un ragazzo che nella vita di Auggie ha molta
importanza e dopo ti dirò anche cosa ha fatto nei suoi confronti, e infine una
ragazza di nome Charlotte che si dimostra rispettosa nei confronti di Auggie.
Auggie inizia il suo primo giorno di scuola media, egli è agitatissimo perché
sa bene che tutti lo fisseranno e questo ad Auggie da un po' fastidio. Come
vicino di banco ha Henry un ragazzo scorbutico che all'inizio non vuole sedersi
vicino a lui, ma poi viene costretto. Al corso di inglese Auggie conosce il signor
Brown un professore molto simpatico che avrà anch'egli un ruolo fondamentale
nella vita di Auggie. Ora finalmente arriviamo alla mia parte preferita ossia
la parte in cui Auggie arriva in mensa e nessuno si siede con lui. Ovviamente
non è che mi piace perché nessuno si siede con lui, ma perché c’è una ragazza
in particolare, di nome Summer, che è l'unica a sedersi vicino ad Auggie perché
anche lei come Auggie vuole amici veri. Auggie e Summer diventano presto grandi
amici e fondano il “Summer only lunch table” ovvero un tavolo dedicato solo a
ragazzi con un nome che ricordi l' estate. Una parte significativa della trama
è il giorno di Halloween in cui tutti a
scuola si travestono da qualcosa e così Auggie ne approfitta per non dare
troppo nell'occhio e decide di travestirsi. Da travestito nessuno lo riconosce
e perciò decide di mettersi in un gruppi di ragazzi, ma sente una cosa che non
avrebbe voluto sentire. Ciò che sente è che il suo unico vero amico Jack lo
prende in giro con Julian dicendo che è amico di Auggie solo perché è
obbligato dal preside. A queste parole
Auggie si dispera e torna a casa molto
triste. Dopo un po' di tempo Jack scopre quanto Auggie possa essere bello e
simpatico e così gli chiede scusa ma Julian continua a prendere in giro Auggie
che viene difeso da Jack. Alla fine Julian viene espulso per bullismo nei
confronti di Auggie così egli non potrà andare in gita. In gita Auggie viene
preso di mira da ragazzi più grandi ma viene difeso da Henry e da altri amici
che in passato l’avevano preso in giro.
Il finale è bellissimo perché Auggie riceve a fine anno scolastico ad ottenere un
importante riconoscimento e diventa famosissimo in tutta la scuola e tutti
vogliono essere suoi amici. Questo libro mi è piaciuto molto. Ora voglio descriverti
uno dei miei personaggi preferiti ovvero Auggie, mi piace principalmente per il
suo carattere e modi di fare ovvero ottimista ma allo stesso tempo un po'
timido che secondo me rispecchia molto i miei tratti del carattere, come ben
sai Tommy.
Il mio sentimento è la gioia e secondo
me questo libro è veramente gioioso. Spero che tu abbia capito la trama del
libro e te lo consiglio molto; spero che tu possa leggerlo. Ora devo andare,
sto per uscire fuori ci risentiamo la prossima volta con un'altra lettera.
Ciao
Gabriele GRANATA
I come INTERESSE
Caro Stefano,
ti scrivo per raccontarti di un libro che ho letto.
Il libro parla di un ragazzo, di nome Leo, a cui fin da piccolo il
padre aveva insegnato a giocare a
calcio, infatti a scuola faceva parte di una
squadra di calcio e tutte le ragazze lo amavano. A scuola però Leo non era
molto bravo, ma non perchè non si impegnava, ma perchè durante le lezioni si
distraeva molto. Un giorno il coach gli disse che domenica avrebbero dovuto
fare una partita molto importante e c'era anche una persona importante, un
osservatore. Il giorno della partita c'era molta nebbia e piovigginava e per
questo si faceva fatica a vedere la strada, ma nonostante tutto Leo decise di
andarci in moto. Durante la partita gli avversari lo istigavano facendogli dei
falli così Leo si arrabbiò con l'arbitro e finì la partita con un'espulsione.
Mentre tornava a casa scaricò tutta la rabbia sull'acceleratore ma così facendo
ebbe un brutto incidente, l'ambulanza arrivò subito ma Leo non riusciva più a
sentire le gambe. Arrivati in ospedale, i medici fecero alcune analisi e
scoprirono che Leo aveva riportato delle gravi lesioni al midollo spinale e che
quindi non sarebbe più stato in grado di camminare, quando Leo lo scoprì rimase
scioccato e si chiuse in sè stesso. I mesi passavano e i compagni ogni
settimana andavano a fargli visita e ci andava pure Viola per spiegargli le
lezioni che facevano i professori. Dopo tre mesi iniziò il periodo della
riabilitazione, iniziò a giocare a basket e a fare nuoto insieme al suo amico
Ruben e tornò a scuola dove festeggiarono tutti insieme il suo rientro. Verso
la fine di maggio Leo invitò Viola ad uscire e capirono di essere innamorati
l'uno dell'altra così da quel giorno Leo riuscì a riprendersi completamente
dall'incidente grazie a Viola che gli era sempre stata vicina.
Il mio personaggio preferito è Leo perché è un ragazzino molto forte e
coraggioso e lo si può vedere da come affronta il suo destino dopo l'incidente
che non gli permette più di camminare. Questo racconto mi ha suscitato molto
interesse perché è molto coinvolgente e allo stesso tempo ti fa riflettere
molto su molte cose.
Ora vado, ci sentiamo.
Alessia GRILLINI
L come LUTTO
Caro Andrea,
non ci sentiamo da tanto, perché dovevo
finire di leggere un libro.
precisamente "Non toccate la
terra". So che ti piace molto leggere, quindi te lo consiglio.
In questa lettera volevo proprio parlarti
di questo, del libro che ho letto, e se anche tu magari hai letto qualche libro
in queste settimane, scrivimi, sono molto curioso.
Innanzitutto questo è un libro che parla
di un "lutto", non un lutto nel vero senso della parola,
ma un lutto dentro, un lutto interiore...
Il personaggio principale, ovvero il
protagonista, è Davide, un bambino di sette anni nato a Taranto.
Tu dirai che è tutto normale, beh fin qui
sì,
ma questo bambino ha una malattia molto
grave, chiamata "Leucemia linfoblastica acuta".
Però nonostante questa grave malattia
vuole inseguire i suoi sogni, quello di diventare un supereroe.
Davide ama letteralmente le storie dei
supereroi, e anche i cartoni animati...
Ma purtroppo è costretto a stare in un
letto di un ospedale, ad immaginare con la sua grande fantasia tutti i suoi
sogni.
Però a colmare questa malattia c'è papà
Nicola, mamma Gioconda e il fratello, Stefano che ha solo quattordici anni.
Davide lotta ogni giorno contro questa
malattia, lui non si arrende mai perchè il suo asso nella manica è la speranza,
la forza, e soprattutto la propria, fantastica e infinita fantasia.
Lui è solo un bambino, ma ha la forza di
un vero uomo.
Quindi Andrea, penso che tu abbia capito
che questo libro parla di cose difficili, anzi, molto difficili, ma questo è
solo uno dei tanti problemi che ci sono nella vita di Davide, perché il
"mostro" che deve sconfiggere è l'Ilva.
L'Ilva è una ciminiera che sputa sostanze
tossiche, notte e giorno, da tantissimi anni, avvelenando tutto quello che c'è
nei dintorni, l'aria, il mare, e la terra.
Davide è affetto da questa grave malattia,
a causa di questa brutta, sporca, e mortale ciminiera.
Quindi questo libro esprime un grave e
brutto lutto dentro di ognuno dei familiari di Davide, ma sperano che riesca a
combattere e a sconfiggere definitivamente questa malattia.
Andrea, io te lo consiglio perché questo
libro esprime la brutta verità di queste ciminiere, che infettano tutte le cose
presenti in questo pianeta, e che se continueranno così, moriremo anche noi...
Spero di rivederti presto, perché devo
raccontarti molte altre cose.
Un abbraccio,
Daniele MARANCA
M come MALINCONIA
15 Gennaio 2018
Caro Giovanni,
è da un po’ che non ci sentiamo, sicuramente
avrai un sacco di cose da raccontarmi; io non ho un
granché da dirti ma
nell’ultimo periodo ho letto un libro che mi ha colpito molto negli ultimi
tempi: “Hunger Games – La ragazza di fuoco”. Non hai idea di quanto mi abbia
appassionato, devo assolutamente raccontartene la trama. Quindi ti dovrai
sorbire il riassunto di questo capolavoro. Hunger Games è ambientato in
un’epoca futura non identificata, in una nazione chiamata Panem, con capitale
Capitol City,
Come punizione per un precedente
tentativo di ribellione al potere di Capitol City ogni anno un ragazzo ed una
ragazza di età compresa fra i 12 ed i 15 anni vengono prelevati con un
sorteggio (dei foglietti con scritti i nomi) da ogni distretto (12 in tutto) e
costretti a partecipare agli Hunger Games.
Ogni Distretto produce beni o
servizi per Capitol City: lavorazione della polvere da sparo, produzione della
frutta …
La protagonista proverrà dal 12°
Distretto che è dedito alla raccolta del carbone.
Gli Hunger Games sono un grande
evento televisivo nel corso del quale i partecipanti o “Tributi” devono
combattere fino alla morte in un luogo prestabilito “l’Arena” sino a quando
solo uno di loro sopravvive.
La storia racconta dell’orfana di
padre sedicenne Katniss Everdeen che si offre volontaria per gli Hunger Games
per salvare la sorella minore Primerose che aveva avuto la sfortuna di essere
stata estratta.
Questa è una parte “fantastica”
che mi ha fatto riflettere tantissimo: “Se fosse successa ad una persona a me
cara, avrei fatto quello che ha fatto Ketniss?”. Nel tempo in cui rifletti un
po’ anche tu su questa domanda, ti descrivo un po’ il fantastico personaggio
che è Katniss Everdeen. Ha lunghi capelli neri lisci raccolti in una treccia,
pelle olivastra ed occhi azzurri tendenti al grigio. E’ magra e non molto alta,
ma abbastanza forte per cacciare per la sua famiglia al posto del padre ormai
defunto (cacciava nonostante fosse illegale fuoriuscire dal proprio distretto e
cacciare). E’ una ragazza indipendente ed impulsiva, ma quando serve metodica,
intelligente e forte d’animo. E’ una persona sensibile ma il suo unico grande
problema, secondo lei, è di non essere brava a fare amicizie e di essere
fredda. Afferma che le persone gentili sono le più pericolose perché dopo aver
guadagnato la sua fiducia, potrebbero tradirla non appena lei non se lo
aspettasse.
Secondo me però le qualità che la
descrivono di più potrebbero essere: coraggio e benevolenza.
Continuo con il racconto; ti
ricordo che gli estratti sono due per ogni Distretto non uno, il secondo
sfortunato è Peeta Mellark, un giovane che Katniss conosce sin dalla scuola e
che una volta le ha salvato la vita offrendole il proprio pane quando la
famiglia di lei stava per morire di stenti (dopo la morte del padre seguì un
periodo in cui la madre cadde in depressione senza procurare sostentamento alla
famiglia e fu Katniss a prendere le redini iniziando a cacciare).
I due ragazzi, una volta arrivati
con il treno a Capitolo City, passano una settimana per la preparazione agli
Hunger Games: addestramento ed interviste. L’addestramento si svolgeva ogni
sera. Il primo dei sette giorni Katniss e Peeta furono vestiti da Ginna (l’uomo
che ogni anno vestiva i Tributi del Distretto 12 per il loro primo impatto
visivo con il pubblico con abiti che bruciavano con una fiamma artificiale che
non poteva scottarli. A dare loro i suggerimenti strategici per l’intervista
era Effie, mentre i suggerimenti strategici per il combattimento nell’Arena li
dava loro l’unico vincitore del Distretto 12 che ci fosse mai stato in
settanta’anni, Hammilton.
Durante l’intervista di
presentazione Peeta rivela in diretta i propri sentimenti d’amore nei confronti
di Katniss (su suggerimento di Hammilton). La ragazza in un primo momento non
crede a Peeta che gli disse che era una macchinazione, ma quando glielo disse
anche Hammilton la ragazza dovette ricredersi. La macchinazione di basava sul
creare una sventurata coppia per attirare l’attenzione degli sponsor ai quali è
concesso di inviare regali ai propri Tributi preferiti durante il corso dei
giochi.
Conclusa la settimana, i giochi
cominciarono; l’arena era una foresta con una radura con all’interno una statua
con un corno d’oro pieno di provviste di qualsiasi genere. Nell’atto di
raccogliere qualcosa morirono in undici, mentre altri strinsero fra loro un’alleanza.
Persino Peeta ne fece parte, così che da soli rimasero in tre. Il gruppo di
dieci prese molte provviste e si stanziò nel lago accanto alla radura. Katniss
e gli altri due si rifugiarono sparpagliati nel fitto della foresta, Katniss
superate le prime difficoltà si alleò con una ragazza di nome Prim grazie alla
quale uccise altri due tributi. Prim purtroppo fu uccisa. Katniss prima che
Prim morisse grazie al suo aiuto era anche riuscita a distruggere le provviste
dei tributi alleati. Peeta era stato tradito e lascito ferito al suo destino.
Una nuova regola però viene
annunciata nel corso dei Giochi, definendo che due tributi dello stesso
Distretto potevano vincere insieme, in pareggio.
In conseguenza a tale proclama Katniss
si pose alla ricerca di Peeta ed una volta trovata ferito, lo soccorse. Agendo
come una giovane coppia innamorata, conquista ancora di più il favore del pubblico
e, conseguentemente, doni da parte dei suoi sponsor (medicinali e cibo). Alla
fine gli ultimi partecipanti al gioco furono Peeta, Katniss ed un ragazzo di
nome Cato.
I due riuscirono a trionfare, ma
quando la coppia rimase sola in gioco, gli organizzatori decisero di revocare
la nuova regola e di sforzarli in un drammatico finale nel quale uno dovrà
decidere di uccidere l’altro per vincere e per sopravvivere.
I due giovani, ciò nonostante,
decidono di tentare il suicidio nella speranza che gli organizzatori possano
preferire di avere due vincitori, invece che nessuno. Gli organizzatori, prima
che Katniss e Peeta riuscissero a suicidarsi fermarono i giochi, affermando che
i vincitori erano due: i tributi del 12° Distretto.
Terminati gli Hunger Games vi fu
l’intervista ai vincitori e la coppia poté tornare al Distretto 12. Lo so forse
mi sono dilungato un po’ troppo, ma ora vorrei dirti cosa ho provato io.
La domanda che risaliva più
spesso era: “E se fosse successo a me?” Mentre mi facevo ripetutamente questa
domanda emergeva in me un sentimento: la malinconia. Mi immaginavo lontano da
qualsiasi mio affetto con la possibilità di abbandonarlo definitivamente senza
nemmeno poterlo percepire prima di chiudere gli occhi l’ultima volta.
Matteo MARIOTTO
N come NOSTALGIA
Cara
Noemi,
volevo
raccontarti del libro che ho letto.
Questo
libro parla di un bambino di nome Auggie che ha la faccia un po' strana rispetto alla nostra. E'
"deformato". Dalla sua nascita gli sono state fatte 27 operazioni per
aiutarlo a parlare, camminare, sentire... ma purtroppo l'aspetto del suo viso è
rimasto sempre lo stesso. All'inizio sua
mamma gli faceva da maestra in casa, ma adesso era arrivato il momento di
andare a scuola.
Lui
indossava sempre un casco per non farsi vedere la faccia, e per non sentirsi
osservato. Il suo sogno era quello di andare nello spazio, e di diventare un
astronauta. Iniziata la scuola, tutti i bambini lo osservavano, e molti lo
prendevano in giro, ma lui non diceva mai niente a nessuno.
I
primi giorni sembrava andasse tutto bene, per i suoi genitori e per sua
sorella, ma in realtà non era così. Un giorno, a cena, Auggie si mise a
piangere perché ogni volta tutti lo prendevano in giro, quindi lui voleva
andare a scuola con il suo casco, ma non lo trovava più. Ma in realtà lo aveva
nascosto suo papà nel suo ufficio per non farglielo indossare. Qualche giorno
dopo l’inizio della scuola, un bambino fece amicizia con Auggie, diventarono
molto amici, così Auggie lo invitò a casa sua, e iniziarono a divertirsi insieme. Arrivato il giorno di Halloween, la
festività preferita di Auggie, tutti i ragazzi andarono a scuola mascherati.
Arrivato a scuola Auggie vide il suo amico che parlava con i bulletti della
scuola, parlavano male di lui! Auggie aveva sentito tutto. Il giorno dopo
Auggie non salutò più il suo ex amico e il ragazzo iniziò a chiedersi come mai
non voleva più stare insieme a lui. Auggie gli fece capire che aveva sentito
tutto, ma il ragazzo non credeva che quello dietro di lui era Auggie, essendo
travestito. La mamma del ragazzo lo mise in punizione finché non si sarebbe
scusato. Auggie dopo un po' di tempo lo perdonò, nel frattempo Auggie aveva
fatto amicizia anche con un'altra bambina. Era arrivato il giorno della gita di
classe, la famiglia di Auggie era preoccupata di quello che sarebbe potuto
succedere, ma felice perché il loro figlio stava facendo esperienze nuove. Il
bus lasciò la classe davanti ad un'auletta dove iniziarono a spiegare varie
cose... Auggie e il suo amico erano troppo carichi, e non avevano voglia di
stare lì ad ascoltare, quindi senza farsi vedere uscirono fuori e iniziarono a
correre in mezzo gli alberi. Quando si fermarono, incontrarono 3-4 bulli molto
più grandi, che li volevano menare, Auggie e il suo amico, erano molto piccoli
rispetto a loro, infatti buttarono per terra il bambino (amico di Auggie) e
iniziarono a prendere in giro Auggie. Ad un tratto arrivarono i bambini della
classe di Auggie (quelli che prima erano i bulli) che li aiutarono. Da quel
momento Auggie diventò amico di tutti quanti.
QUESTO
BAMBINO AVEVA PREGI E DIFETTI: IL PREGIO E' CHE NONOSTANTE TUTTO, LUI NON SI demoralizza
ANCHE SE A VOLTE VORREBBE, IL DIFETTO E' CHE NON SI SFOGA MAI CON NESSUN E SI
RITROVA AD AFFRONTARE LE COSE DA SOLO.
Questo
libro mi ha espresso un po' di nostalgia, vedendo questo bambino soffrire, e
che esistono ancora questi ragazzini che non fanno altro che prendere in giro
bambini in difficoltà.
Alessia PIGNIERI
O come ONESTA'
24/01/2018
Cara Alessia,
come stai? Spero bene.
È da tanto tempo che non ci sentiamo perché in questi
giorni sono stata molto impegnata.
In queste ultime 2 settimane ho letto un libro molto
bello che si chiama “CIAO TU” di Roberto Piumini e Beatrice Masini.
Ti racconto un po' la trama: Erano i primi mesi di
scuola e il protagonista, di cui non si sa né il nome nè il cognome, trova nel
suo zaino un biglietto scritto da un’ammiratrice segreta che dice di essere
innamorata di lui anche se lui forse non sa neanche che è in classe con lui.
Gli dice che, se vuole scoprire chi sia, deve scrivere delle lettere e
nasconderle nello spazio che c’è tra la lavagna e il muro così nessuno le
avrebbe mai viste.
All’inizio il ragazzo la chiama con un nome inventato,
cioè Euly. Si scrivono delle loro giornate e man mano Euly dava un indizio su
di lei per aiutarlo a capire chi fosse.
In un messaggio lui gli disse che anche quando capirà
chi sia non si deve rivelare perché il gioco è più bello se in segreto.
Un giorno trovarono un messaggio scritto sulla lavagna
da qualcuno che aveva trovato e letto le sue lettere, così alla ragazza venne
l’idea di buttare le lettere, quelle scritte da lui, nel cestino e poi dopo lei
le avrebbe prese, ma lui disse di no perché ormai aveva capito chi era lei… era
Viola, la ragazza che lui immaginava e anche a lui piaceva. Così anche lui incominciò
a mettere le lettere nello zaino di Viola.
Dei due personaggi non si sa molto, soltanto che lui
ha il naso storto, è di altezza normale ed è bravo a scuola. Di lei si sa
soltanto che il suo colore preferito è il blu, non è bravissima in latino ed ha
ancora con sè il suo topolino di quando era piccola e soprattutto che si chiama
Viola.
In questo libro il sentimento che ho trovato è
l’onestà.
L’onesta perché tutti e due hanno detto quello che
pensavano l’uno dell’altra e poi la ragazza avrebbe potuto dire cose non vere
su di lei per esempio come fosse di aspetto fisico.
Comunque questo libro te lo consiglio molto perché a
me è piaciuto tantissimo.
Fammi sapere se lo leggerai, aspetto la tua risposta,
ti voglio bene!
Con affetto…
Ilaria PISAPIA
P come PAURA
Cara Susanna,
devo raccontarti una notizia
bellissima! Da poco è uscito un libro ma anche il film molto bello, intitolato
WONDER. E’ una storia molto bella, che ha fatto piangere molte persone…
Parla di questo bambino normale,
chiamato August Pullman ma tutti lo chiamavano Auggie. Alle elementari non è
andato a scuola, c’era sempre sua mamma che gli faceva da maestra a casa. Il
perché non è andato a scuola, era solamente perché, fin da quando era nato,
aveva la faccia deformata, non come i bambini normali, almeno lui era un
bambino normale, ma solamente con una faccia diversa dagli altri, e lui si
vergogna a farsi vedere così in giro, infatti lui andava in giro sempre col suo
casco da astronauta. Fin da appena nato l’avevano sottoposto a molti
interventi, 27 di preciso, che l’avevano permesso di vedere, sentire senza un
apparecchio, respirare… interventi come la chirurgia plastica, gli avevano dato
medicine perché i suoi polmoni non funzionavano molto bene.
Ora era giunto il momento di
andare a scuola, di incominciare la 1 media, per lui fu un passo molto
importante, anzi un cambiamento molto importante. Da lì in poi avrebbe dovuto
alzarsi tutte le mattine presto, fare colazione veloce e poi assonato andare a
scuola. Orami non poteva più fare come
in casa, che si svegliava quando voleva. I suoi genitori inizialmente volevano
farlo andare, ma poi decisero di fare scegliere a lui se frequentare la scuola
oppure stare a casa e avere come insegnante sua mamma. Lui però decise di andare, affrontare la sua
paura. Un mese prima che incominciasse, andò lui con sua mamma a visitare la
scuola che poi avrebbe dovuto frequentare. Al suo arrivo dal preside, vide che
la scuola era deserta, non c’era nessuno a parte lui, sua mamma e il preside.
Auggie vide che il preside era molto gentile con lui, anche se molte volte, non
lo guardava molto in faccia. Lui per tutto quel tempo tenne la testa bassa, per
evitare di farsi vedere molto in faccia. Ad un certo punto il preside, decise
di fare entrare tre ragazzi che sarebbero stati in classe con lui fra un mese.
Decise di farglieli conoscere perché sapeva che erano bravi e molto gentili, e
le maestre gli avevano parlato bene di loro. Quando li fece entrare, Auggie
tenne sempre la testa bassa, ma tese la mano ad ognuno, come segno per
salutarli. Uno si chiamava Jack Will, poi c’era Charlotte e infine Julian. Il
preside decise di fare visitare la scuola ad Auggie, la guida sarebbe stata dei
tre ragazzi. Dopo mezz’ora tornarono, ed Auggie fece segno a sua mamma di
andare subito via, perché si vergognava di stare lì. Finalmente arrivò il
giorno dell’inizio della scuola, lui, sua mamma, suo papà e sua sorella che
anche lei incominciava la prima superiore, erano tutti un po’ agitati per
Auggie. L’accompagnarono all’entrata di scuola e poi lo salutarono. La giornata
per lui fu molto lunga, e quando tornò a casa, non parlò con nessuno, ma non
perché l’avevano preso in giro, ma perché tutti a scuola lo guardarono ma lui
sapeva che era una cosa normale che facevano sempre i bambini. Col passare del
tempo, diventò molto amico di Jack, ma un giorno, il giorno di Halloween, a
scuola andarono tutti travestiti, lui era molto contento perché era il giorno
in cui poteva andare in gito a testa alta, senza vergognarsi, perché tanto era
travestito, con una maschera in faccia che gliela copriva. Quando però entrò in
classe sentì parlare Jack con Julian e altri suoi amici, lo stavano prendendo
in giroe, senza neanche sapere che fosse dietro di loro. Auggie fu molto deluso
da Jack, perché ormai erano diventati amici stretti, ma dopo aver sentito cosa
gli aveva detto alle spalle, tornò subito a casa, e pianse molto. Diciamo che
non fu deluso molto da Julian, perché lui era un ragazzo che si faceva vedere
dagli adulti simpatico e gentile, e poi con gli altri era un bullo e prendeva
in giro quelli della sua età. Auggie per molto tempo non parlò più con Jack, i
giorni passavano, e lui a scuola non mangiava più con Jack. Jack rifletté molto
sul perché Auggie non lo volesse più. Un giorno, arrivò al tavolo di Auggie,
Summer, una sua compagna di classe. Lei voleva diventare amica di Auggie,
infatti poi diventarono buoni amici. Jack, capì il perché Auggie era arrabbiato
con lui, si ricordò di quello che aveva detto ad Halloween, e capii anche che
quello vestito di nero, che era entrato in classe quel giorno era Auggie, lui
non lo sapeva. Jack chiese scusa ad Auggie per quello che aveva detto, lui non
voleva prenderlo in giro. Auggie lo perdonò, e ridiventarono molto amici. Un
giorno in gita arrivarono dei bulli di terza media a prendere in giro Auggie,
Jack lo difese, facendosi picchiare, e poi arrivarono Julian con i suoi amici
bulli, però arrivarono per difendere Auggie, non a prenderlo in giro.
Diventarono tutti amici, e Auggie fu molto contento che finalmente Julian e i
suoi amici lo accettarono per quello che era. Arrivò il giorno della fine della
scuola, come tutti gli anni il preside con tutti gli insegnanti premiavano il
ragazzo migliore di quell’anno, e quell’anno toccò ad Auggie, per il suo
coraggio che aveva avuto ad affrontare e a fare quel passo importante, cioè di
venire per la prima volta a scuola. I suoi amici furono molto contenti per lui,
e finalmente Auggie sapeva che non era più solo, ma aveva degli amici su cui
sapeva che poteva contare.
Il personaggio che mi è piaciuto di più di questo libro è stato Jack Will, un personaggio molto onesto, gentile, educato, che sa apprezzare le persone per come sono. Lui anche se all’inizio aveva detto certe cose su Auggie che non furono molto corrette, sapeva che non le voleva dire, ma le disse senza neanche pensare, perché molte persone, molte volte, dicono cose che non pensano, ma le dicono per farsi vedere davanti ai più forti che la pensano come loro. Jack però per fortuna capì che quello che aveva detto non era molto corretto nei confronti di Auggie, e infatti poi andò a chiedergli scusa, perché si era pentito di quello che aveva detto.
Il sentimento che ho provato, leggendo questo libro, è stata la paura che Auggie a scuola non potesse trovare
amici buoni, che l’apprezzavano per quello che era, infatti molte volte la
gente non lo voleva toccare perché pensavano che attaccasse qualcosa. Avevo paura
che non lo volessero per il fatto che aveva la faccia deformata. Infatti inizialmente Julian con i suoi amici si fecero vedere dei bulli, che
non accettavano ma anzi prendevano in giro Auggie per com'era. Ma poi, capirono
che le persone si devono giudicare dal carattere, non dall'aspetto fisico o per
semplicemente una faccia deformata.
Te lo consiglio proprio!
A presto.
Martina RAPETTI
Q come QUERELLE
Caro Valerio,
Qui io sto bene. La scuola così così. E te? Se mi risponderai, dimmi come stai perché mi manchi
tanto!!! Ho appena finito di leggere un libro... Il suo nome è: “Ciao tu”. Parla
della storia di una ragazza che dice a un ragazzo tramite un bigliettino che lo
amava. Il ragazzo però non sapeva chi fosse, quindi ogni giorno lui gli
lasciava un bigliettino dietro alla lavagna mentre lei ogni giorno glielo
lasciava nella cartella...
Il protagonista di questa storia è Michele che era
così: aveva gli occhi color chicco d’uva, era molto magro e come diceva la
ragazza era molto carino... Questo libro parla dell’amore “segreto” perché non
si sapeva chi amasse Michele e anche dell’ostinazione del protagonista di
scoprire chi era la misteriosa spasimante...
Questo libro te lo consiglio
vivamente perché è un misto tra un romanzo e un giallo... giallo perché fa
vedere che Michele deve risolvere una serie di “enigmi” per arrivare al
mittente dei bigliettini. Insomma mi è sembrato proprio una bella querelle.
Salutoni
Kristian RUSSO
R come RETICENZA
Ciao
Timoteo,
questo
mese ho letto un libro che si intitola “ Contro i cattivi funziona”, e parla di
RETICENZA (indecisione/scelta) perché il protagonista deve scegliere se
fare del bene o fare del male.
Matteo
è un ragazzino di 13 anni che si trasferisce con la mamma e il fratello Guido
più piccolo di lui. I loro genitori si sono appena separati e quindi stanno un
po’ con la mamma e un po’ con il papà. Suo fratello Guido è spastico e si
comporta come un bambino piccolo. Matteo si vergogna del fratello e non dice
mai a nessuno chi è suo fratello e nega la sua esistenza. Nella nuova scuola
conosce nuovi amici e compagni: Saverio che è il suo nuovo migliore amico, è il
primo e l’unico al quale Matteo confida di avere Guido come fratello; Selene è
la vicina di casa è dolce gentile e generosa con tutti; Francesco è il bullo
della scuola. Matteo entra a fare parte della gang di Francesco, ma le cose si
complicano quando Guido venne inserito nella stessa scuola di Matteo. Francesco
prende in giro Guido, non sapendo che è il fratello di Matteo, Matteo fa finta
di non conoscerlo. Matteo si fa trascinare dalla gang fino al punto di
picchiare Saverio unicamente per dimostrare il suo coraggio a Francesco, e si
continuare a far parte del suo gruppo. Presto Matteo si accorge che sta
sbagliando e nel momento in cui viene picchiato da Francesco per una mancata
partecipazione ad una bravata, si rende conto della crudeltà di Francesco. È
Guido che salva Matteo, lui infatti percepisce che il fratello è nei guai e,
con un urlo, riesce a far capire ai famigliari dive si trova Matteo. Anche
Guido viene picchiato e questo episodio cambia totalmente la visione di Matteo
nei confronti del fratello. Da quel momento lo aiuta, gli sta vicino e vede i
miglioramenti e l’affetto che Guido può dare ai suoi coetanei. Matteo però non
dimentica Francesco e lo invita a partecipare ad un nuovo gruppo di amici veri.
Matteo è un ragazzo che aveva paura di essere preso in giro a
causa dell’handicap di suo fratello ma con “la fiducia” che darà a suo fratello
diventerà più coraggioso e sicuro di se stesso.
Insomma devi assolutamente leggerlo.
A presto.
Mattia SBANO
S come SOLIDARIETA'
Ciao Matteo,
come
stai? Anche se ci vediamo sempre ho deciso di scriverti questa lettera perché
in questi giorni ho
ripensato al percorso che abbiamo fatto insieme dalle
scuole elementari alle scuole medie. Sono quasi otto anni che ci conosciamo e
di cose capitate in classe ne abbiamo condivise tante, noi comunque siamo
sempre stati solidali verso tutti i nostri compagni più deboli. A proposito di
solidarietà, durante le vacanze di Natale, ho letto un libro che mi ha colpito
particolarmente, adesso provo a raccontarti la trama. Questo libro si divide in
due parti: nella prima incontriamo Julian, un ragazzino viziato, accontentato
in tutto dai suoi genitori. Il ragazzo però ha un segreto, di notte gli capita
di essere tormentato da incubi terribili che gli lascino addosso un senso di
ansia e di angoscia. Incubi che sembrano essere passati, finché non arriva nella sua scuola August, un
bambino dal viso deforme a causa di una rara malattia. Per combattere questa
sua paura Julian inizia a prenderlo in giro, ad isolarlo e a chiamarlo
“fenomeno da baraccone”, come se non bastasse inizia a scrivergli anche dei
bigliettini offensivi, ma il preside, venuto a conoscenza di tutto ciò, lo
sospende. I suoi genitori, infuriati, lo difendono e accusano la scuola di aver
gestito male l’arrivo del nuovo ragazzo, anzi di aver fatto dei favoritismi nei
suoi confronti a discapito di tutti gli
altri. Nella seconda parte del libro la scuola è finita e Julian racconta la
sua estate solitaria a Parigi, a casa della nonna paterna, che gli racconterà
una storia che non ha mai raccontato a nessuno. La nonna parla del suo passato
durante l’occupazione nazista e di chi l’
aveva aiutata a salvarsi. Ascoltando questa storia Julian si rende conto di
aver sbagliato atteggiamento nei confronti di August e per la prima volta si
mostra veramente mortificato. Il ragazzo è il protagonista di questo libro ed è un vero e proprio bullo che cerca di
convincere i suoi amici che non lui il
cattivo, ma che la colpa di tutto quello che succede è solo di Auggie e della
sua tremenda faccia. Però io credo che questa sua paura verso il “diverso” lo
spinga da essere così crudele e sicuramente non è stato aiutato, né supportato
dalla sua famiglia, sempre presa da mille impegni. I suoi amici però, man mano
che conoscevano August , sono diventati più gentili e aperti verso il prossimo.
Questo libro mi ha toccato profondamente e sono contento che alla fine i ragazzi abbiano compreso cosa
voglia dire essere solidali, ma cos’è la solidarietà? Forse quel “sentimento”
che sta scomparendo, soppiantato dall’egoismo e da altri sentimenti negativi.
Per me solidarietà vuol dire aiutare il prossimo moralmente, cercando di
sostenerlo condividendo i suoi problemi. Proprio questo aspetto mi ha colpito
particolarmente, infatti i ragazzi si trovano a condividere con Auggie il suo
problema più grande: il suo aspetto.
August viene descritto come un ragazzo dal volto “orribile”, ovviamente non
tutti si schierano dalla sua parte, anzi lo prendono in giro, ma alla fine,
ripensando a quello che hanno fatto cercano di rimediare chiedendogli scusa. Il
mio racconto è finito, spero tanto di non averti annoiato, anzi sono sicuro di
averti incuriosito.
Ci vediamo domani!
Gian Maria STIFANI
T come TIMIDEZZA
Ciao
caro amico
con questa lettera voglio parlarti di un libro che mi
è piaciuto “Wonder”. Il libro è narrato in prima persona; si narrano
principalmente gli stessi fatti ma sotto il punto di vista di più personaggi.
Il protagonista del libro è un ragazzino di 10 anni di nome August che ha delle
malformazioni alla faccia per una malattia.
Il personaggio che mi è piaciuto di più è stato il protagonista
August. Lui è di corporatura abbastanza magra; per quanto
riguarda la faccia, ha molte cicatrici per le operazioni che ha dovuto subire
(27) e un mento abbastanza strano; ha i capelli neri e corti, occhi abbastanza
in basso e delle piccole orecchie in basso alla testa rispetto al normale, tutto
questo perché è nato con dei problemi alla faccia. Di carattere è molto
tranquillo e soprattutto molto intelligente soprattutto in scienze materia in
cui va particolarmente bene. I sentimenti che lui prova sono principalmente
timidezza soprattutto all'inizio quando va a scuola o quando incontra altre
persone per la per la prima volta e la tristezza specialmente quando muore il
suo cane.
Questo libro a me è piaciuto e ti consiglio di leggerlo.
Ci sentiamo
Gabriele TURI
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